mercoledì 30 aprile 2014

Wet



Non sono solito giocare ai videogiochi.
Quando decido di farlo, è perché mi attira la trama, o comprendono brand come quelli dei supereroi, oppure fanno parte di saghe che seguo sin da piccino (Tomb Raider e Mortal Kombat). In poche parole, sono un giocatore occasionale, non ne ho giocati molti di giochi, e spesso mi stufa anche farlo. Però, tempo addietro mi capitò di guardare casualmente un gameplay di Wet, e non so come ma mi conquistò. Certo, il gioco è uscito nel 2009, mi ci son voluti ben cinque anni per decidermi ad acquistarlo, ed eccomi qui.

Wet è una sorta di "sparatutto acrobatico", un misto tra Max Payne e Prince of Persia (quello nuovo, non quello a cui giocavo quand'io ero un bimbo, sigh) con una identità tutta sua. Sicuramente non ha poi 'sto granché come trama, i personaggi sono stereotipati all'inverosimile e non hanno nemmeno una caratterizzazione, se non puramente visiva che esiste solo per far esclamare "questo è un figo". Però... è un bel gioco, ecco. Come potrei essere convincente? Beh, se vi piace lo stile a-là Tarantino, il gioco praticamente gira sulla falsariga di Grindhouse, con tanto di effetto vintage onnipresente praticamente durante tutto il gameplay; se vi piace lo psychobilly, Wet ha praticamente una colonna sonora interamente su questo genere, che fa anche molto anni '70, dove figura anche un gruppo che mi piace particolarmente, The Arkham. Infine, il gioco ha diverse modalità ingame che sono abbastanza godibili, come le azioni acrobatiche che si vanno a concatenare e danno più punti quando si uccide un nemico, e la "modalità rabbia". Cos'è? Beh, di tanto in tanto nel gioco Rubi (la protagonista) s'incazzerà così tanto che la schermata del gioco diverrà tutta rossa e vi vedrete costretti ad affrontare infinite orde di nemici facili da uccidere, con l'unico scopo di concatenare uccisioni per fare più punti. Punti che poi si accumulano per andare a potenziare le armi, e armi che non è che siano numerose. Parliamo di doppie pistole, mitra, doppiette e balestre incendiare. Oh, e una spada. La parte più bella è anche quella che si può utilizzare una spada nella battaglia!

Non spenderò neanche mezza parola sul gameplay, perché non avendo giocato a moltissimi giochi non sono in grado di scendere nel dettaglio. Fatto sta che, a mio avviso, una volta familiarizzato col gioco i comandi sono fluidi e la fluibilità del gioco cresce. Cresce così tanto che vorrete rifinirlo da capo per far di meglio! O questo sono soltanto io, va beh. Passando invece alla trama, come dicevo: Wet è già tanto che ne abbia una. È un po' come se fosse costruita a cazzo di cane solo per mettercela di contorno alle varie uccisioni a raffica. Però, per carità, per il genere cui vuole proporre, ci sta anche. Un consiglio, se lo giocate, posizionate il sistema di gioco in lingua inglese, perché il doppiaggio italiano fa cagare. Con quello originale, non potrete solo godervi di dialoghi ben interpretati, ma potrete anche ascoltare la voce di Eliza Dushku nei panni della protagonista.

  
Un'ultima nota, e con questo vado a concludere questa mini-recensione, la voglio spendere per il personaggio. Rubi Malone. Come dicevo, i personaggi all'interno del gioco sono sì d'impatto, ma parecchio stereotipati, e la protagonista del gioco non è d'eccezione. Mercenaria cazzuta e dal grilletto facile, che beve come la merda e ama il suo lavoro. Le sue armi preferite sono dei revolver modificati e la sua spada... oh, ed è texana! Parlavamo di stereotipi, no? Comunque sia, mi è piaciuto particolarmente come è stata caratterizzata nell'aspetto: finalmente non una figura femminile che mette in mostra tette e culo, per compiacere il pubblico maschile! Stiamo pur sempre parlando di un personaggio tipicamente maschile "nel corpo di una donna", però l'accuratezza di non proporla come sempre fanno i videogiochi mi è piaciuta non poco. Ecco, questo lo dovevo dire!

In conclusione: se vi piace Tarantino, le sparatorie a raffica, i texani tamarri, le femmine cazzute e lo psychobilly, Wet fa per voi! Un gioco che, per chi come me non ha pretese, risulta molto godibile. Insomma, secondo me è proprio bello!


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