venerdì 19 settembre 2014



Avrei voluto esordire con un "COWABONGA" di introduzione.
Non l'ho fatto perché decisamente non sono proprio del tutto convinto del nuovo film sulle Tartarughe Ninja, diretto da Jonathan Liebesman con Megan Fox nella parte di April O'Neal. Questa mia poca convinzione vede per l'appunto un paio di punti a favore e a sfavore, che andrò sotto ad elencare, e questa volta lo farò facendo degli spoiler, quindi, se qualcuno legge queste righe e ancora non lo ha visto, si fermi.

Ma comunque, non è che ci siano poi così tanti spoiler. La trama è riassumibile in questo modo: il temibile Clan del Piede, capitanato da Shredder, è un'organizzazione terroristica che ha in mano non si sa come le redini della malavita di New York; al solito, l'intrepida giornalista April O'Neal è alla ricerca dello scoop della sua vita indagando sul Clan per conto suo, tra un servizio giornalistico sullo yoga e un altro, venendo bistrattata da tutti i colleghi, compresa Whoopi Goldberg, il suo principale. A poco più di 5 minuti dal film, si imbatte nelle Tartarughe Ninja anche se solo di sfuggita, e cerca di vendere la notizia, ma ovviamente nessuno le crede, e questo è quanto. Quando finalmente si imbatte nel gruppo di Tartarughe, scopre che a crearle fu niente di meno che (gran colpo di scena, ah le casualità della vita!) suo padre, uno scienziato collaboratore di Eric Sacks che già dall'inizio si capisce che è cattivo perché lavora con Horoku Saki, che in teoria dovrebbe essere la vera identità di Shredder, ma nessuno lo nomina, quindi Shredder è Shredder, un vecchiazzo dentro un'armatura tamarrissima che dovrebbe pesare 100 volte più di quella di Iron Man, ma che allo stesso tempo riesce a dargli un'agilità impressionante, tanto da tener scacco al Maestro Splinter (che ricordiamo, è un topo ninja, quindi non è veloce quanto un semplice topo, ma di più). Siccome Shredder è un cattivone più anonimo di Malekith in Thor 2, si getta nella mischia per non far la figura di quello che appare solo alla fine, e cattura le Tartarughe Ninja, lasciando in fin di vita Splinter e Raffaello, o almeno ne è convinto. A cosa gli servono le Tartarughe? Semplice: siccome loro stavano lavorando col siero mutante (creato da loro, o sostanza aliena come dovrebbe essere, chi lo sa?), il piano diabolico è questo: Shredder contamina la città con non si sa quale gas, e Sacks vende a tutti la cura per salvarsi e fare tanti bei dollaroni. Il senso di tutto ciò non lo ha capito nessuno, però è un piano malvagio, e una volta che Raffaello salva i suoi compagni in una serie di scene d'azione epiche e divertenti (e stavolta non sono sarcastico, sono divertenti un sacco), i quattro si ritrovano a combattere contro Shredder e alla fine vincono pure. Ovviamente. Il tutto si conclude con un paio di scene divertenti e l'introduzione a casaccio del Turtle-van che tanto ci piaceva a noi piccini quando lo vedevamo nella serie animata.

Che dire, è una trama molto banale e abbastanza infantile, e non sono neanche certo che funzioni, però a fronte di ciò, il film si può salvare per le scene d'azione, a volte sì frenetiche e confusionarie, ma godibili e soprattutto grazie all'humour che fa da contorno all'intera pellicola; perché in fin dei conti, non è proprio un film che vuole puntare su dei contenuti profondi, più che altro vuole essere un filmetto che sappia divertire e stupire con scene d'azione in CGI.


Non sono certamente una di quelle persone che guarda i film in maniera apatica, che rimane colpito solamente se il film in questione "è profondo" o meno, cerco sempre di percepire le emozioni che vengono trasmesse, e a pensarci bene, queste Tartarughe Ninja vogliono far ridere. Forse, qualche trovata potevano anche risparmiarsela, come il rap nell'ascensore, ma scene come quella in cui Splinter spezza la volontà delle tartarughe con la pizza, o quando Raffaello imita la voce di Batman, sì mi hanno divertito nemmeno poco. Ho cercato di ovviare ai buchi di sceneggiatura (personaggi che si spostano in un luogo all'altro senza un briciolo di logica, o approssimazioni che fanno acqua da tutte le parti), ho anche cercato di lasciar da parte l'odio nei confronti di Megan Fox, un'attrice che proprio non riesco a digerire; insomma, ho tentato di metter da parte tutte le note negative di questo film per vedere cosa ne rimane. Beh, la risposta è il semplice divertimento, quell'umorismo presente in tutta la pellicola che, sebbene a volte stona un po', è... sì, godibile.

Se poi devo parlare dal fan sfegatato che sono, non mi lamenterei degli stravolgimenti della pellicola, le Tartarughe Ninja hanno cambiato origini nelle serie animate con la stessa frequenza in cui io mi cambio le mutande, più che altro è il villain. Quello mi ha deluso. Rendere anonimo Shredder non mi è proprio sceso, così come affibbiargli quell'orrenda armatura, per non parlare delle origini dei quattro protagonisti. Il tutto è sempre girato attorno al maestro Splinter che voleva vendicare il suo maestro, Hamato Yoshi, ucciso dal perfido Horoku Saki, insegnando a Raffy, Donnie, Mickey e Leo le arti marziali apprese quando lui era nella sua gabbia, stavolta invece... un libro sul ninjitsu abbandonato nelle fogne? Ma davvero?


In definitiva: son del parere che si poteva fare meglio così come poteva anche benissimo esser peggio di così. Quindi sì, dai. Lo promuovo, è uno di quei film che non crea tante aspettative, ed è scorrevole nonostante i buchi di sceneggiatura, il tutto grazie all'humour. Se pensiamo che Tartarughe Ninja II e III erano a dir poco inguardabili, quest'ultimo è pur sempre recuperabile. Per i ragazzini è un bel film da vedere, alla larga i detrattori del CGI, i cui commenti sono sempre un dito nel culo ogni volta che vengono proposti film del genere. Perdonate.

sabato 6 settembre 2014



Tank Girl, uno dei miei fumetti preferiti, forse quello in assoluto!
Personaggio creato negli anni '80 da Alan C. Martin e Jamie Hewlett (fondatore dei Gorillaz, nonché disegnatore della cartoon-band), ha spopolato per anni nel Regno Unito fin quando, nel 1995, la Warner acquistò i diritti del personaggio e ne produsse, oltre a un paio di miniserie  a fumetti, un lungometraggio in live action. Il film, nel corso degli anni, ha avuto dei pareri contrastanti tra critica e fan, e tra gli ideatori di Tank Girl stessi che mai si sono tirati indietro nel dire la loro: il film faceva altamente cagare, nonostante avesse un paio di punti di forza: Lori Petty nel ruolo di Tank Girl e il carroarmato, disegnato dallo stesso Hewlett per il film. Bene, a prescindere da questa premessa, è ora di dire la mia.

Innanzitutto, facciamo le presentazioni: la storia si svolge in un futuro post-apocalittico dove l'umanità è decimata e il bene primario, l'acqua, scarseggia. Non è ben chiaro di come si sia sviluppata la società nel frattempo, l'unica cosa chiara è che è una sola società a gestire il bene, la "Water & Power" del perfido Kesslee (Malcom McDowell) che non si fa scrupoli di eliminare chiunque utilizzi l'acqua per propria autonomia. L'unica grande minaccia, a quanto pare, è costituita da delle creature mutanti denominate Ripper. La nostra eroina, Rebecca alias Tank Girl (Lori Petty) finisce vittima di un attacco della W&P in cui vede morire amici e fidanzato; dopo esser stata catturata e tenuta prigioniera, deciderà di vendicarsi e - a forza di cose - salvare l'umanità, al fianco di un branco di canguri mutanti, che vede la presenza di Booga, e della sua cara amica conosciuta in prigione, Jet Girl (Naomi Watts).

La trama, se si conosce il fumetto, si distacca completamente. Innanzitutto non solo lo scenario apocalittico è completamente nuovo, ma è presente anche la figura di un villain, cosa praticamente assente per la maggior parte delle storie di Tank Girl. Tuttavia, rimangono invariate un paio di elementi tra cui la demenzialità che sfocia spesso e volentieri nel non-sense puro. A primo impatto, magari, il film non è che sia molto flessibile e aperto a tutti, anzi potrebbe risultare molto banale e confuso. Le scene si spostano in maniera frenetica da uno spazio all'altro senza proprio una logica ben precisa, cosa che nel fumetto di Tank Girl è pane quotidiano; inoltre, la storia può risultare eccessiva sia per le scene altamente demenziali che per la caratterizzazione del personaggio di Tank Girl, interpretata da una eccezionale Lori Petty la quale è perfetta per il ruolo (soprattutto nell'aspetto), ma che a tratti potrebbe risultare fastidioso, per via della sua frequente irriverenza mista a un atteggiamento molto infantile. Ma tutto ciò è passabile, se ci si nutre di non-sense costantemente. Forse non rientrerà mai tra i migliori film tratti da fumetti, e forse non sarà dei migliori, però non è neanche da buttare.


Personalmente, io trovo il film quasi una demolizione della figura femminista che Tank Girl assume nel contesto delle storie a fumetti. Non ché venga ridicolizzata, anzi, rimane pur sempre un personaggio con una forte personalità, ma gli manca "quel qualcosa in più" che Martin e Hewlett hanno saputo dare, sicuramente il "tocco inglese" che soltanto i britannici sanno dare. Alan Martin che, come già detto, non solo non ha apprezzato il film, ma ne ha risentito parecchio per via del trattamento che gli Stati Uniti hanno dato al suo personaggio; la Warner assegnò alla DC Comics la realizzazione di un paio di mini-serie a fumetti sotto l'etichetta Vertigo. Queste pubblicazioni sarebbero dovuto riguardare una trasposizione a fumetti del film, una storia originale scritta da un autore differente, e un'altra che avrebbe dovuto far da sequel al film. Martin, che era al lavoro per l'ultima, nonostante avesse scritto una sceneggiatura tutta sua, si vide soffiare il lavoro dalla DC Comics che diede a Peter Milligan il suo lavoro. Da qui, una lunga causa legale tra la Warner e Martin, che vide trionfare l'autore inglese - per fortuna. Questo aneddoto, per spiegare quanto Alan Martin sia parecchio risentito del contratto avuto con gli Stati Uniti; in poche parole: il film è odiato dallo stesso creatore Alan Martin, ma non dai fan che - paradossalmente - hanno reso la pellicola un cult.

Tuttavia, a discapito dei pareri contrastanti, sono dell'idea che Tank Girl sia stata un'ottima trovata; l'idea di inserire un villain era più che dovuta, forse un po' troppo eccessivo il caos che si è voluto ricreare per renderlo fedele al fumetto, che tutto trasmette tranne quel senso di ribellione che Martin e Hewlett avevano concepito dall'inizio. Stesso discorso anche per alcune scelte di sceneggiatura, tipo inserire personaggi strambi a tutti i costi, e presentare un mondo in cui viene approfondito poco o nulla, ma se accettato così com'è allo stesso modo in cui viene proposto la sua versione cartacea, è pur sempre un film folle, un po' caotico, ma godibile.