sabato 6 settembre 2014



Tank Girl, uno dei miei fumetti preferiti, forse quello in assoluto!
Personaggio creato negli anni '80 da Alan C. Martin e Jamie Hewlett (fondatore dei Gorillaz, nonché disegnatore della cartoon-band), ha spopolato per anni nel Regno Unito fin quando, nel 1995, la Warner acquistò i diritti del personaggio e ne produsse, oltre a un paio di miniserie  a fumetti, un lungometraggio in live action. Il film, nel corso degli anni, ha avuto dei pareri contrastanti tra critica e fan, e tra gli ideatori di Tank Girl stessi che mai si sono tirati indietro nel dire la loro: il film faceva altamente cagare, nonostante avesse un paio di punti di forza: Lori Petty nel ruolo di Tank Girl e il carroarmato, disegnato dallo stesso Hewlett per il film. Bene, a prescindere da questa premessa, è ora di dire la mia.

Innanzitutto, facciamo le presentazioni: la storia si svolge in un futuro post-apocalittico dove l'umanità è decimata e il bene primario, l'acqua, scarseggia. Non è ben chiaro di come si sia sviluppata la società nel frattempo, l'unica cosa chiara è che è una sola società a gestire il bene, la "Water & Power" del perfido Kesslee (Malcom McDowell) che non si fa scrupoli di eliminare chiunque utilizzi l'acqua per propria autonomia. L'unica grande minaccia, a quanto pare, è costituita da delle creature mutanti denominate Ripper. La nostra eroina, Rebecca alias Tank Girl (Lori Petty) finisce vittima di un attacco della W&P in cui vede morire amici e fidanzato; dopo esser stata catturata e tenuta prigioniera, deciderà di vendicarsi e - a forza di cose - salvare l'umanità, al fianco di un branco di canguri mutanti, che vede la presenza di Booga, e della sua cara amica conosciuta in prigione, Jet Girl (Naomi Watts).

La trama, se si conosce il fumetto, si distacca completamente. Innanzitutto non solo lo scenario apocalittico è completamente nuovo, ma è presente anche la figura di un villain, cosa praticamente assente per la maggior parte delle storie di Tank Girl. Tuttavia, rimangono invariate un paio di elementi tra cui la demenzialità che sfocia spesso e volentieri nel non-sense puro. A primo impatto, magari, il film non è che sia molto flessibile e aperto a tutti, anzi potrebbe risultare molto banale e confuso. Le scene si spostano in maniera frenetica da uno spazio all'altro senza proprio una logica ben precisa, cosa che nel fumetto di Tank Girl è pane quotidiano; inoltre, la storia può risultare eccessiva sia per le scene altamente demenziali che per la caratterizzazione del personaggio di Tank Girl, interpretata da una eccezionale Lori Petty la quale è perfetta per il ruolo (soprattutto nell'aspetto), ma che a tratti potrebbe risultare fastidioso, per via della sua frequente irriverenza mista a un atteggiamento molto infantile. Ma tutto ciò è passabile, se ci si nutre di non-sense costantemente. Forse non rientrerà mai tra i migliori film tratti da fumetti, e forse non sarà dei migliori, però non è neanche da buttare.


Personalmente, io trovo il film quasi una demolizione della figura femminista che Tank Girl assume nel contesto delle storie a fumetti. Non ché venga ridicolizzata, anzi, rimane pur sempre un personaggio con una forte personalità, ma gli manca "quel qualcosa in più" che Martin e Hewlett hanno saputo dare, sicuramente il "tocco inglese" che soltanto i britannici sanno dare. Alan Martin che, come già detto, non solo non ha apprezzato il film, ma ne ha risentito parecchio per via del trattamento che gli Stati Uniti hanno dato al suo personaggio; la Warner assegnò alla DC Comics la realizzazione di un paio di mini-serie a fumetti sotto l'etichetta Vertigo. Queste pubblicazioni sarebbero dovuto riguardare una trasposizione a fumetti del film, una storia originale scritta da un autore differente, e un'altra che avrebbe dovuto far da sequel al film. Martin, che era al lavoro per l'ultima, nonostante avesse scritto una sceneggiatura tutta sua, si vide soffiare il lavoro dalla DC Comics che diede a Peter Milligan il suo lavoro. Da qui, una lunga causa legale tra la Warner e Martin, che vide trionfare l'autore inglese - per fortuna. Questo aneddoto, per spiegare quanto Alan Martin sia parecchio risentito del contratto avuto con gli Stati Uniti; in poche parole: il film è odiato dallo stesso creatore Alan Martin, ma non dai fan che - paradossalmente - hanno reso la pellicola un cult.

Tuttavia, a discapito dei pareri contrastanti, sono dell'idea che Tank Girl sia stata un'ottima trovata; l'idea di inserire un villain era più che dovuta, forse un po' troppo eccessivo il caos che si è voluto ricreare per renderlo fedele al fumetto, che tutto trasmette tranne quel senso di ribellione che Martin e Hewlett avevano concepito dall'inizio. Stesso discorso anche per alcune scelte di sceneggiatura, tipo inserire personaggi strambi a tutti i costi, e presentare un mondo in cui viene approfondito poco o nulla, ma se accettato così com'è allo stesso modo in cui viene proposto la sua versione cartacea, è pur sempre un film folle, un po' caotico, ma godibile.


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