domenica 3 aprile 2016



Con sommo piacere e infinita gioia, ritorna la "rubrica" dedicata a Bruno Mattei!
Nel primo numero, mi concentrai su tre titoli in particolare collegati tra loro, a parte dalle stesse scene, da uno stile optato dal Fu Maestro Mattei quale il riciclaggio. Ebbene, per questa seconda parte andremo ad esplorare un altro aspetto del cinema dimmerda di Mattei: l'erotismo. Erotismo che, a parte nel primo film in cui è assente, ci si aspettava un lavoro almeno decente, sia sotto il punto di vista stilistico che narrativo e invece... eh, è invece è sempre 'na merda. I tre film selezionati per questo weekend sono: Rats, Snuff Killer e Capriccio veneziano. A seguire ad ogni mia recensione , il commento del mio "compagno di visioni"-barra-ispiratore di filmacci brutti, Marcello. Senza troppi indugi, quindi, cominciamo!

Rats: Notte di terrore
Rats è forse uno dei film più famosi di Mattei, qui firmatosi ancora una volta come Vincent Dawn. Uscito nel 1984 e sceneggiato assieme a Claudio Fragasso, altro Maestro de lammerda Made in Italy, è un potenziale capolavoro dei cosiddetti "b-movies". E forse lo è, ma non sono sicuro a riguardo. La storia di Rats è ambientata nel futuro, cioè nel nostro passato ma nel loro futuro... il 2015, insomma. Dopo una guerra nucleare avvenuta perchébohchilosa tutti e 5 i continenti sono stati distrutti lasciando l'umanità sull'orlo dell'estinzione. I fatti narrati avvengono ben 225 anni dopo... nel 225 A.B., esattamente: After Bomb. I protagonisti, un gruppo di motociclisti lavati e con vestiti puliti, trovano una cittadina abbandonata che a tutti gli effetti è una strada (l'unico set che funge per le scene di esterno in tutto il film) e decidono di accamparsi in un palazzo abbandonato che non si capisce bene se sia una base militare o un hotel o un bar. Il motivo per cui decidono di restare è legato alle razioni di cibo che sbafano come i peggiori trogloditi e lanciano in aria senza ritegno, tra cui un pacco di farina - un bene di lusso in un futuro post-apocalittico - che versano sull'unica donna di colore del gruppo, Chocolat (ottima scelta del nome, molto razzista) la quale subito dopo esclama, con immensa gioia: "Sono bianca! Sono bianca!". Come non voler bene ai dialoghi di Fragasso? Ad ogni modo, gli attori stessi vogliono prendersi gioco della sceneggiatura facendo notare che un tipo è stato divorato dai topi sotto le coperte. Chi gliele ha messe sotto le coperte? L'unica domanda intelligente in tutto il film e non trova nemmeno risposta! Dopo aver esplorato l'edificio, aver trovato una specie di serra e un depuratore d'acqua, decidono di accamparsi per la notte, ignorando con superficialità il fatto che quell'edificio sia infestato dai topi. Vabbè, è l'apocalisse, sticazzi suppongo, no? Quando cacciano dalla stanza due personaggi che scopavano come conigli davanti a tutti senza problemi, i topi cominciano ad attaccare e fanno fuori tre personaggi biblici: Lucifer, Lilith e Noè. Da lì, i topi si infilano nei corpi della gente e li fanno esplodere dall'interno (!) e comincia il delirio, da ratti che spostano cadaveri e li utilizzano come arieti per sfondare porte (impliciti, ma è ciò che accade) a persone incendiate che in meno di 5 minuti si riduce già in cenere. La vera e propria chicca, però, è la scena in cui aprendo una porta vengono investiti da un potente vento che rende difficile anche richiudere la porta arrivando alla conclusione che in quella stanza ci siano migliaia di ratti. I ratti generano vuoti d'aria. Perfetto.

Il cast riassume tutti i peggiori cliché degli anni '80.
Miglior frase: Computer e cadaveri formano una pessima mistura
Al di là dei commenti inerenti a coerenze di sceneggiature, Rats è fondamentalmente un film inutile che non ha né capo né coda, interamente fine a sé stesso. Gli stessi spiegoni fanno acqua da tutte le parti e sono 1) approssimativi, 2) così stupidi che manco io a 9 anni tiravo giù cagate così abnormi come "tutto il mondo è esploso per le bombe atomiche" ma i palazzi sono ancora intatti. Gli stessi topi vengono presentati come topi giganti ma in realtà sono comunissimi topi domestici... anzi, no. Mattei fece "dipingere" di grigio degli innocui topi da cavia. Altra manifestazione di genialità è l'omaggio fatto a La notte dei morti viventi di Romero con i protagonisti che sbarrano porte e finestre con tavole di legno. Peccato che non ci fossero zombie ma dei topi che potrebbero benissimo entrare da qualsiasi buco in una parete a caso. Ecco, qui forse la scusa di usare dei topi assassini sarebbe stata anche intelligente, in quanto sono animali imprevedibilissimi ma il film in toto è proprio senza alcun phatos, con un ritmo così spento da non potersi nemmeno catalogare nel genere horror.  Da questo punto di vista, un film veramente pessimo che potrebbe anche avere un valore come b-movie. Cosa che non è. Lo sarebbe potuto essere se fosse stato impostato il tutto come nella scena finale:


Ad ogni modo, noi il Maestro Mattei non lo amiamo soltanto perché ci regala dei film veramente brutti sotto il punto di vista della sceneggiatura: è nel complesso, che sbaglia! Qui, essendo forse un film degli anni '80, è presente una cura più minuziosa nel comparto tecnico. Se non fossero per strafalcioni come utilizzare del trucco su una mano per farla sembrare fosse ferita PRIMA che questa venga a tutti gli effetti, appunto, ferita oppure i titoli iniziali realizzati sovrapponendo una pellicola SPORCA contenente il testo introduttivo ad una inquadratura del deserto. Insomma, la scena dei titoli è l'apice dellammerda mentre il finale fa' in modo che 1 ora e 20 non siano state sprecate effettivamente. Insomma, per concludere, al di là del classico problema degli attori cani espressivamente esagerati e osceni, facendo i complimenti alla costumista (#sarcasmo), archiviamo Rats una volta per tutte e passiamo ai due titoli erotici a mio dire più validi, tra tutte le opere di Mattei.

Il commento di Marcello: soffrono i protagonisti del film uccisi dai topi, soffrono i topi che vengono sbattuti a destra e a sinistra e gettati addosso a cose e attori, soffrono gli spettatori per la totale mancanza di ritmo e consistenza della storia: è tutta una continua grande sofferenza comune. Giustificata dal solo finale.


...e si presenta così: grafica da WordArt e titolo addirittura differente.
Snuff Killer - La morte in diretta
Qui da dove cazzo comincio? L'immagine sopra dovrebbe già presagire la qualità di merda che si va ad assaporare: un titolo differente da quello che è in realtà, una grafica che manco la Cento-X-Cento si sognerebbe. E l'accostamento al porno è di dovere, perché TUTTO riconduce ad un film porno. Dalla regia, alla fotografia, alla scelta degli attori a tutto! Ovviamente, anche al tema del film stesso che gira attorno al mondo degli snuff movie che ha comunque uno sfondo più legato alla sessualità che alla violenza vera e propria. La storia in breve: una ragazza va in discoteca, viene rapita, la madre spende il patrimonio economico del marito, un noto politico che glienefregancazzo che la figlia è stata rapita ci sono le elezioni, per ritrovarla ma anche per farsi stuprare (ci arriveremo poi) venendo poi a conoscenza del mondo illegale legati al sesso estremo e agli snuff, finendone immersa. Perché il viaggio verso gli snuff movie è un viaggio di sola andata, una delle tante belle frasi che vengono utilizzate durante il film e che comunque non vuol dire proprio nulla. Io, davvero, non so da dove cominciare. Anche la descrizione di nobiltà che attraversa ogni cliché, dall'amica snob che invita la protagonista a giocare a bridge con un finto accento inglese, alla cameriera Charlotte fino all'arredamento da fine '800 sono tutti elementi che rendono godibile un film che si muove con delle transizioni a dissolvenza che manco Windows Moviemaker! Fa schifo, non sto cercando di dire niente, ma fa schifo da essere bello! Attori cani che recitano da cani, scene fine a sé stesse e un ritmo narrativo così di merda che gli sceneggiatori stessi dimenticano cosa stia accadendo nel film. Il punto centrale del film è la ricerca della figlia da parte della madre e fin qui ci siamo, ma poi si sposta sull'esplorazione del mondo degli snuff movie e alla voglia di cazzo della protagonista che, una volta trovata la figlia, questa sparisce. Nemmeno riunirsi con la figlia, alla fine. Niente.

Un gran bel cast. Da destra: Hades, un clone donna del sig. Burns,
la milfona protagonista del film e, direttamente da Alladin, Jafar.
Miglior frase: "Un ultimo avvertimento, signora: ballando col diavolo, il diavolo non cambia... è lui che cambia te." (un 'ultimo' avvertimento ripetuto altre 100 volte nel film.
Sul reparto tecnico e sulla scelta degli attori, spenderò ben poco. È girato male, è recitato male, è tutto fatto male. Ergo, soffermiamoci ancora un poco sulle scelte di sceneggiature e sulle scene che mi sono rimaste più impresse. E sono veramente tante, cioè, Snuff Killer resta il mio film preferito di Mattei, al momento. Perché non puoi non voler bene ad una persona che decide di inserire una transizione ad una donna che si ferma davanti al bagno e riprendere subito dopo questa che esce o gestire un momento di azione quale un inseguimento in auto nel peggior modo possibile: riprendere la stessa auto che sfreccia in posti sempre differenti e un uomo, palesemente in un'auto ferma, gridare "Dai, presto che la perdiamo!". Anche l'ignoranza, poi, fa da padrone all'intero film. Il buon Mattei (pace all'anima sua) non era davvero preparato sul mondo illegale degli snuff o quanto meno della pornografia estrema e quindi dipinge con una fantasia innocente (a suo modo fanciullesca) questo mondo descrivendolo come un circolo dove ogni santo giorno, la gente va a scopare trucidando altre persone. Una scena epica a riguardo è quando nel momento in cui la protagonista sta ancora agli inizi delle investigazioni, entra in questo locale dove comunque non sa ancora cosa viene praticato e si imbatte in un tipo che con molta naturalezza le dice "Sono un sadico, violento e pedofilo. Pratico anche stupri di gruppo". Mi chiedo cosa sarebbe successo se una persona fosse passata di lì solo per andare al bagno. Ad ogni modo, tralasciando queste piccole accortezze che comunque sono una goduria per un palato fine, passiamo al lato erotico. Perché sì, Mattei decise più o meno a metà pellicola che questo sarebbe stato anche un film erotico. Quindi via a scene di nudo gratis, e si comincia con scene del tipo una in cui infilano nel culo di una povera ragazza delle forbici enormi e un'altra in cui la protagonista decide di scopare con uno appena conosciuto lamentandosi nella scena dopo di non amarla e di aver ferito i suoi sentimenti. Ok.

La scena del forbicione nel culo!
Miglior scena: la protagonista si sveglia nel cuore della notte. Il telefono squilla. Alza la cornetta. "Pronto?". Dall'altro lato del telefono. "Sei sveglia? RISPONDI, PUTTANA!"
L'erotismo, secondo Mattei, si sofferma al mostrare due persone alle prese con atti sessuali o a un paio di tette e culi in bella mostra. Sia chiaro, l'erotismo qui alla fine non ci sarebbe dovuto nemmeno esserci, ma le scene cominciano a spostarsi di binario dal momento in cui non c'è più la ricerca della figlia ma l'esplorazione di questo mondo illegale che arriva al suo culmine quando, dopo aver assistito a scene di inaudita violenza ed essere stuprata (senza il minimo danno psicologico) la donna ricerchi il piacere andando con uno sconosciuto. Cazzo c'entrava? Boh. Ad ogni modo, Mattei decide di introdurre poi il cattivo di turno. Una scelta interessante, perché che ci sia una donna dietro al mercato illegale di sesso estremo ci sta pure, ma al personaggio non viene dato il benché minimo spessore, è affascinante solo per il suo aspetto un po' tetro molto simile al signor Burns dei Simpsons. Insomma, scazza anche nella caratterizzazione di un potenziale personaggio interessante che, a fine film, dopo aver ricevuto uno schiaffone dalla protagonista se ne esce con la battuta fanciullesca "Il dolore non è bello se non sono io a darlo". Quindi noi archiviamo Snuff Killer (o Snuff Movie?) etichettandolo comunque come il miglior film di merda e procediamo verso la conclusione. Non prima, però, di aver dato un elenco dell'enorme spesa che ha affrontato la protagonista nella ricerca della sua amata figliola che alla fine manco l'abbraccia, chissenefrega.
    • 1 milione di Euro per un detective che non verrà mai chiamato in causa.
    • 150 € per una settimana in un albergo in cui dormirà solo una notte.
    • 2.000 € per l'aiuto di un commesso in un pornoshop che, ovviamente, non la aiuta.
    • 1.500 € per una VHS snuff che si rivela poi essere un falso.
    • 20.000 € per il pazzo stupratore che chiede del sesso orale come anticipo e, in seguito, la stupra.
    • 100.000 € in anticipo per produrre un film snuff con la figlia.
    • 100.000 € per completare la transazione del film di cui sopra.
    • Viaggi vari, tra cui ad Amburgo, e alberghi.
    • 0,80 € per un bicchiere d'acqua. Presa per il culo fino alla fine.
        • SPESA TOTALE: su per giù un milione e mezzo, più 80 centesimi.

Smithers, libera i cani!

Il commento di Marcello: Il peggio del meglio del Maestro Mattei: lunghe passeggiate erotiche e costose, ignoranza totale dell’argomento trattato e ceffoni con effetto audio alla Bud & Terence. Cosa volere di più? La morte. (in diretta.)

Capriccio Veneziano
Ora vorrei fare un discorso serio. E so che potrei offendere l'intelligenza di molta gente. Ma avendolo già fatto recensendo positivamente Dragon Ball Evolution e quell'altra puttanata di Chicken Park su questo blog, mi lancio in un sonoro "STICAZZI" e io lo dico. Valuterò Capriccio veneziano come un potenziale film d'autore e di spessore. Dico potenziale perché stiamo comunque parlando di Bruno Mattei, uno che i film non sa farli e prende nel cast dei veri e propri incapaci. Inizierò col dire che, inizialmente, ho immaginato in via scherzosa come questo film potesse essere un omaggio a Vacanze Romane di Dalton Trumbo in quanto, come visibile nel trailer, l'atmosfera creata attorno al film vorrebbe essere spudoratamente naturale e spontanea. Cosa che, ovviamente, non riesce. Gli attori protagonisti si spostano nella città di Venezia passeggiando continuamente tra folle numerose, quasi come a mostrare la mondanità della città, fermandosi ad interagire di tanto in tanto con persone del posto che rispondono con un fintissimo accento veneto. Devo per forza rimarcarne la qualità della merda, ma secondo me Capriccio veneziano cerca di avere un'impronta più autoriale, arrivando anche a toccare degli omaggi -o analogie, a questo punto- più che con Vacanze Romane, con La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.

Spero che Alfred non si stia rivoltando nella tomba per quanto abbia appena scritto!

I due protagonisti alle prese con una scena pseudo-erotica.
Come nell'opera di Hitchcock, Mattei contrappone il personaggio di Lorenzo a sé stesso. Come? Bruno Mattei più volte ha dichiarato che il cinema, secondo lui, non è arte bensì un modo di fare soldi. Ed è proprio con questa stessa affermazione che l'abbinamento mentale è avvenuto in me. Anche Lorenzo considera la pittura non un'arte ma come un mezzo per far soldi e predilige disegnare/dipingere/scolpire donne nude. La relazione stessa con Roberta, insegnante di musica (cagna fino al midollo, totalmente incapace di far credere al pubblico che il suo personaggio capisca cosa stia facendo!) è costruita su una serie di affermazioni imperative, quasi a darle degli ordini, per far sì che questa donna... o queste donne... lo eccitino. Un po' come un regista fa con le sue attrici, per l'appunto. E così come accadeva nella pellicola di Hitchcock, Mattei in un modo o nell'altro è riuscito a far trasparire questa cosa. Che sia voluto, ne dubito, ma c'è riuscito. Male, il film è 'na merda atroce, ma è quello che traspare maggiormente. Tra l'altro, ci sarebbe anche da farsi due domande dal momento in cui in una scena, Lorenzo fa travestire Roberta da uomo e attacca briga con due gondolieri. Ad ogni modo, sebbene il film può avere un'ottica da film d'autore, la protagonista è Roberta. Roberta s'innamora di 'sto Daniel Craig con la faccia da scemo e palestrato con la stessa delicatezza de La Cosa dei Fantastici 4, nonostante sia uno stronzo immane e scappa da lui per non legarsi soltanto perché lo arrapa da morire. Smontatemi la tesi, perché il film parla di questo!

...dei richiami anche ad Eyes Wide Shut? (lol)
Insomma, Capriccio veneziano si muove come un film erotico, ma i protagonisti non hanno alchimia e l'attore maschile è un pezzo di legno. L'impronta autoriale che viene accennata (perché c'è, odiatemi e gettatemi merda, ma c'è!) sarebbe potuta essere imperativa e dare un significato più intellettuale ad un film che, sinceramente, di erotismo non ha proprio un cazzo. Due tipi che scopano in maniera irrealistica non è erotismo. Tra l'altro in una scena credo che lui stesse scopando con un piede.

Concludendo con Capriccio veneziano, il film fa schifo ed è una palla.
Ecco di seguito le migliori frase tirate fuori in tutto il film. Dialoghi bellissimi.
    • "Tutti quanti dobbiamo perderci qualche volta, per poi ritrovarci insieme"
    • "Ci sono cose che ti appartengono e poi volano via"
    • "Fianchi snelli e un culo a forma di cuore"

Roberta si esibisce in uno striptease davanti ad un green screen.
Lo sfondo inserito successivamente è una ripresa fuori fuoco e mossa.

Il commento di Marcello: Cosa succede quando i "film della notte" di Retecapri incontrano i filmini delle vacanze della zia Castalda? Esce fuori questa roba.

In conclusione, posso dire che questi tre film mi hanno ispirato.
Ho già in mente una sceneggiatura intitolata Capriccio Cannibale in cui la protagonista è una missionaria che salva un giovane africano albino cannibale dalla sua tribù che voleva mangiarlo. Una volta salvato, tenterà di cambiare le sue abitudini alimentari iniziandolo alla cucina francese. Una storia con elementi horror vista in chiave romantica ed erotica. Potete anche rubarmi l'idea, se volete.

Il momento clou della serata. Da lì non ci siamo più ripresi.
Viva Mattei!