lunedì 31 agosto 2015



Il film che andrò a "recensire" quest'oggi mi ha lasciato pareri contrastanti.
Innanzitutto, cominciamo col dire che The Revenant non è il classico film sugli zombie. A dire il vero, non è nemmeno un film di zombie. Come concetto, sembra basarsi sulla figura del Revenant, ovvero una creatura ritornata in vita dopo la morte, simile a un vampiro. Ed è proprio col vampiro che il Revenant in questione assume più similitudini, piuttosto che con lo zombie. Interpretato da David Anders (il Blaine di iZombie!) e Chris Wylde, The Revenant è una sorta di commedia grottesca un po' splatter che parla, sostanzialmente, di un'amicizia. Quella tra i due protagonisti, rispettivamente Bart e Joey.

Bart è un sergente militare che muore durante un conflitto a fuoco in Iraq e che, una volta ritornato in patria ed eseguito il suo funerale 3 settimane dopo, ritorna dal mondo dei morti insudiciato e putrefatto. La sua prima tappa è dal suo migliore amico, che nel frattempo a sua insaputa ha "consolato" la sua ragazza, e una volta fattasi un'idea sommaria su cosa stia accadendo a Bart, questi lo aiuta a reperire del "cibo", ovvero sangue umano, per far sì che non finisca col decomporsi del tutto. Ovviamente, non tutto andrà a buon fine. I due iniziano una sorta di carriera da vigilanti, in quanto Bart decide di non voler aggredire gente innocente ma solo criminali, ma è questione di tempo prima che finiscano nei guai e nel frattempo, dovranno avere a che fare anche con Janet, la ragazza di Bart che ha scoperto il suo segreto grazie a Matty, la sua migliore amica, che non è per niente d'accordo sull'aiutare Bart arrivando a suggerire di tagliargli la testa e ucciderlo definitivamente.

Il film, sommariamente, è abbastanza atipico. Spazia su numerosi generi; principalmente si presenta come una commedia, cadendo parecchio sul demenziale e non mancano elementi drammatici e d'azione spezzando, però, spesso e volentieri il ritmo del film. Il tutto resta godibile, a tratti è divertente e si vede l'impegno del regista che riesce comunque a produrre qualcosa di ben fatto che non risulti un filmetto da quattro soldi, ma l'elemento che più stona è appunto lo spezzarsi del tono, senza una benché minima dissolvenza. In un momento è pura demenzialità e in quell'altro è estremamente serio. Anche il finale, puramente esagerato, arrivato a quel punto del film sembra più buttato a caso ma che ci sta, se restiamo nell'ottica che vuol comunque essere un film grottesco. Un finale che, se pur nelle prime fasi può far storcere il naso, si conclude con un riferimento al Return of the Living Dead di O'Bannon, e tutto questo è molto bello.

Sostanzialmente, reputo The Revenant un film che va visto, anche se ha numerose pecche. Bisogna stare a vedere se sia stata una decisione del regista o un errore, lo spezzarsi dei toni che cambia continuamente la direzione del film. In linea di massima, apprezzo il film per l'originalità, per il riuscire ad aver creato qualcosa di differente, a partire dalla concezione stessa dello zombie/vampiro/risorto. Un film che gli amanti del genere non dovrebbero assolutamente perdersi. A mio avviso, eh.


0 commenti:

Posta un commento