giovedì 15 maggio 2014



Jimmy Palmiotti è indiscutibilmente il mio autore di fumetti preferito.
Da sempre accompagnato dai disegni della moglie Amanda Conner e il suo co-sceneggiatore Justin Gray (per non parlare di numerose collaborazioni con gente come Joe Quesada e Garth Ennis), ha all'attivo numerose pubblicazioni a fumetti di discreto successo, figura come uno dei co-fondatori della Marvel Knights e, in primis, della PaperFilms, la quale ha avuto tra le sue prime opere pubblicate il fumetto che recensirò questa volta: Sex and Violence.

Sex and Violence vede, ancora una volta, una collaborazione tra Palmiotti e Gray, ma stavolta in vie separate. Se di solito i due sono abituati a lavorare su singole sceneggiature (vedi All-Star Western per la DC), qui possiamo vedere come i due se la cavano lavorando 'in solitaria', per così dire. Sex and Violence raccoglie ben due storie: la prima, Pornland, Oregon di Justin Gray con i disegni di Jimmy Broxton, e Girl in a Storm di Palmiotti con Juan Santacruz, che abbiamo già potuto conoscere tra le pagine di Painkiller Jane: The Price of Freedom. Il titolo dell'albo che li racchiude è abbastanza esplicativo riguardo le tematiche delle due storie, e non è che ci sia molto da dire. Sicuramente non è che si può definire "l'opera definitiva di Gray e Palmiotti", anzi tutt'altro, visto che sembra più che un pretesto per mostrare scene abbastanza esplicite e toccare tematiche 'forti'. La storia di Gray narra di un uomo in cerca di vendetta, dopo che la sua nipote è stata stuprata e filmata prima di venir uccisa; nella sua ricerca, fa la conoscenza di una prostituta con la quale scambierà qualche amplesso prima di vedere compiuta la sua missione. Fin qui, tutto regolare. Accompagnato da dei disegni che sanno tanto di noir, molto accattivanti nelle scene d'azione, la storia nel suo complesso ha il retrogusto di cliché, insomma non un qualcosa proprio di eclatante, ma sinceramente anche interessante visto che non è roba di tutti giorni parlare di stupri, video porno e.... no, forse se ne sono già visti! Ma comunque, nel complesso non è neanche roba che fa schifo, insomma.

Per quanto riguarda Palmiotti, invece, predilige un tocco un po' più delicato, quasi riflessivo nell'intera narrazione. Ma il suo punto forte sono sempre i dialoghi, e già ne avevo parlato quando scrissi di Painkiller Jane. Palmiotti è uno dei miei autori preferiti proprio perché riesce a ricreare delle situazioni in cui riesce molto facile immedesimarsi, proprio grazie al dialogo dei personaggi, riuscendo così a trasmettere il suo messaggio finale all'interno della storia. Storia che, non volendola lasciar da parte, vede come protagonista Sierra Kay, agente di polizia con dei seri problemi di autocontrollo, e una forte omosessualità latente e tendente al voyeurismo; dopo esser stata sospesa dal servizio per aver malmenato un criminale in maniera eccessiva, Sierra piazza una telecamera sulla finestra delle sue vicine lesbiche, e si infatuerà di una delle due. Qui il concetto di Sesso & Violenza assume un risvolto molto più complesso: il sesso viene visto in una maniera molto più vicina al 'relax', il quale viene disturbato proprio dalla violenza, che spesso e volentieri fa irruzione nelle nostre vite in modo eccessivo. E per giunta, il più delle volte ci viene trasmessa dalla società in cui viviamo; ciò che Palmiotti intende narrare, alla fine, è di come il caos che ci attornia incide pesantemente sulle nostre vite, giustificando anche ogni singola perversione come una giusta voglia di crearsi una via di fuga dalla confusione mondana. E quale migliore metafora se non ambientarla a New York? E inoltre, come fa a non accattivare una storia in cui sono presenti un linguaggio scurrile, lesbiche e disegni di donne nude?

Per me, Jimmy Palmiotti è un vero genio. Non tanto per Sex and Violence, ma per il suo modo di raccontare e del messaggio che lancia all'interno di ogni storia. Come dicevo in apertura, è il mio autore preferito. Ma senza divagare... in conclusione, dico che Sex and Violence è un fumetto abbastanza interessante, non tra i migliori sceneggiati da Gray e Palmiotti, ma valido a tal punto da potersi guadagnare -con nemmeno tanto orgoglio- lo scaffale! Sempre se amiate Palmiotti tanto quanto lo amo io, s'intende...

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