domenica 11 dicembre 2016



Era il 2014 quando in questo blog rencesii i primi V/H/S, serie di film antologici che racchiudevano dei cortometraggi realizzati da registi emergenti. Ebbene, è il 2016 e ritorno qui a parlare di quel film, non nel complesso ma per il corto che, guarda caso, mi aveva affascinato di più: Amateur Night, che narrava di quattro amici alle prese con un addio al celibato che portate in camera delle escort, una di esse si rivela essere un demone succubus. SiREN è proprio Amateur Night, insomma e vede alla regia non David Bruckner (che comunque resta alla sceneggiatura) ma da un'altra conoscenza della serie V/H/S, Gregg Bishop, che nel terzo film aveva realizzato il corto Dante the Great, il mockumentary sul mago col mantello indemoniato, per intenderci. Insomma, con quest'accoppiata il film resta il giusto mix di quello che erano stati i due film, ma di questo ne parlerò tra le conclusioni!

SiREN, così come nel corto Amateur Night, ha come protagonisti quattro amici, tra cui Jonah che è prossimo al matrimonio, alle prese con un addio al celibato riuscito un po' male. Abbindolato da un tipo losco, il fratello di Jonah spinge tutti ad addentrarsi in una sorta di pub "mobile" (nel senso che non ha mai dimora fissa) e lì fanno la conoscenza di Mr. Nyx e del suo eccentrico club pseudo-satanico. Jonah, inoltre, fa la conoscenza di Lily, nome dato a questa ragazza - riconosicuta da Nyx e i suoi seguaci come "la Lilith" - che con le sue doti canore (come una sirena, appunto) riesce ad ammaliarlo al punto da farsi liberare. Peccato che Nyx l'avesse imprigionata per motivazioni più che giuste. Parte quindi così una caccia al demone succubus (perché quello resta, anche se lo spacciano come una sirena) mentre Jonah tenta la fuga: Lily, infatti, sembra averlo scelto come partner a vita.

Il film è un mix di sensazioni. Si presenta inizialmente come un b-movie, con scene demenziali, come per accattivarsi un pubblico di nicchia, poi però la fotografia e le riprese cambiano e diventa un film abbastanza mediocre, che più dell'essere accattivante non va oltre. L'attrice scelta per interpretare "la Lilith" è sempre Hannah Fierman, che sembra ritagliata apposta per quel ruolo... e per quel trucco! Resta quindi il fascino dell'estetica con cui è stata caratterizzata la demone, ma resta inspiegabile la connotazione da sirena affibbiatole. Per carità, la figura della sirena nella mitologia greca è anche facilmente ricollocabile alla figura del succubus, ma l'aspetto demoniaco e il canto ammaliante sono due qualità che si accostano proprio male, a mio parere, ma vabbè.


In definitiva.
Ritorniamo un attimo al concetto lasciato a metà in introduzione: con l'accoppiata Bruckner/Bishop si arriva al mix esatto di sensazioni che le pellicole presentate da loro in V/H/S e V/H/S: Viral hanno lasciato. Per Amateur Night mi salì il profondo interesse sia per la caratterizzazione del demone che per il mio amore non tanto velato proprio per il succubus, mentre in Dante the Great non ci ho visto assolutamente nulla oltre quell'aria mistica che, per quanto accattivante, restasse fine a sé stessa. Con questo mix, si raggiunge quindi un giudizio negativo: come già detto, il film parte come un b-movie e poi si discosta totalmente, per poi tornare su una vena più tragicomica per raggiungere lo stesso finale del corto da cui è stato estrapolato questo film. L'intero contesto, a livello di trama e introduzione del demone, è dovuto in quanto parliamo di un lungometraggio e non di un corto e, sostanzialmente, può starci ma le modalità di narrazione sono la vera falla di questo film. Una nota negativa anche al cast e alla caratterizzazione dei personaggi. Quest'ultima è a dir poco macchiettistica e anche se voluta, risulta più ridicola che divertente, mentre per la scelta di attori direi che nessuno spicca per doti recitative se non, appunto, l'attrice antagonista e questa soltanto per la sua "presenza scenica" in vesti di demone, insomma andiamo proprio bene. Di contro, ho visto numerose recensioni positive riguardo questo film, a dimostrazione che magari i gusti stavolta potrebbero far davvero la differenza; apprezzo l'horror come fan e ben venga l'ironia, ma ci sono casi e casi e, per me, qui non regge poi molto. Consigliato? Andateci cauti. Potrebbe risultarvi accattivante soltanto la caratterizzazione di Lilith e, secondo me, è l'unica motivazione valida per guardare questo film.



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