lunedì 26 dicembre 2016



L'edizione natalizia di Colazione da Bruno dà il via alla trasformazione definitiva di questa "rubrica" che dal recensire esclusivamente film del fu Mattei Bruno passerà a revisionare tutti i b-movie visionati col mio ormai compagno di visioni orribili, Marcello. I film visionati questo Natale sono stati tre, rispettivamente nel seguente ordine: 7 dell'Infinito contro i Mostri Spaziali, House (a.k.a. Hausu) e A Christmas Horror Story. Solitamente, passo a recensire i film nell'ordine di visione ma stavolta farò un'eccezione, andando per gradi di apprezzamento. Iniziamo, quindi, con...

7 dell'Infinito contro i Mostri Spaziali
Possono mai un'ora e venticinque sembrare otto ore? Ho visto questo film e mi sono sentito invecchiare man mano che s'andava avanti. Oddio, che parolone, non va avanti, non va da nessuna parte. Alla fine non ho capito se i mostri spaziali sono i lucertoloni (draghi di comodo ripresi combattere in una riproduzione su scala), le aragoste giganti con le faccie più simpatiche di sempre o i vampiri coi denti usciti dalle buste di patatine... che poi, ma le fanno ancora le patatine con la sorpresa? Non ne vedo in giro da parecchio, mi ricordo che da piccolino ce n'erano un botto, tipo quelle che portavano come sorpresa degli alieni di nonsochematerialeappiccicoso che mia madre odiava tanto. Se sto divagando con altri argomenti è perché è quello che ho fatto durante tutto il film. Se volete la recensione, compratevi Il dizionario dei film brutti a fumetti, Davide La Rosa è riuscito a renderlo più interessante di quello che è, perché davvero è una martellata nei coglioni. Che poi, la genialata è che il film è stato ripreso in parte a colori e in parte su pellicola in bianco e nero non so perché, così che gli sceneggiatori (delle scimmie ammaestrate, senza offesa per tale categoria) hanno pensato di ribadire a più riprese che degli alieni (forse i vampiri, boh non l'ho capito!) hanno installato un dispositivo che altera le tonalità cromatiche nell'atmosfera. Bella la scena in cui un tipo sulla Terra in due minuti scopre come hanno fatto quegli alieni costruendo un dispositivo simile che va ad alterare il filtro della pellicola della scena in cui appare l'attrice a cui sta facendo l'inutile spiegone. Non sto facendo uno sfottò, davvero in quella scena il tipo utilizza l'arma contro la tizia e l'unica "tonalità cromatica dell'atmosfera" che si va a modificare è la singola inquadratura della donna. Tutto sommato, ha l'idea carina di mostrare come sulla Terra non si usi più "fare l'amore come un tempo": i coniugi, infatti, si collegano le sinapsi in dei macchinari. Interessante, davvero, ricorda Demolition Man però comunque i tizi si toccano e si baciano, quindi che cazzo ne so. Come se non bastasse, il film è intervallato da scene tagliate ma sono così tante che viene il dubbio su quanto sia la durata effettiva del film! Poi abbiamo scoperto che nel DVD c'è proprio l'edizione italiana con scene totalmente nuove (prese poi chissà dove) e un montaggio un po' fatto a cazzo di cane perché troppo frenetico però decisamente meno noioso. A quel punto stavamo pensando di praticare l'Harakiri, però avevamo altri due film da vedere, quindi abbiamo desistito. Prossimamente, recensiremo quella versione. Andiamo avanti.

A Christmas Horror Story
Questo, a dire il vero, è stato l'ultimo film da noi visionato, ma come ho detto, si va per indice di gradimento. Questo film è stato il nostro film natalizio (La spada nella roccia e Una poltrona per due ci ha stufato) e decisamente non si può catalogare come film brutto, perché brutto brutto non è. Realizzato bene, con un tema principale veramente figo, inoltre vede la partecipazione speciale di William Shatner! Di cosa parla, insomma? Questo film ha il poster più figo di sempre, Santa Claus contro il Krampus (un demone natalizio) ma questi due sono soltanto due storie separate, perché questa pellicola racchiude ben quattro storie differenti strutturate non ad episodi ma scorre via via col film. Abbiamo una coppia di colore il cui figlio viene posseduto da un troll natalizio, un trio di adolescenti rimasti chiusi nella loro scuola mentre indagano su degli omicidi avvenuti lo scorso Natale, una famiglia che fugge dal Krampus e Babbo Natale alle prese con i suoi folletti tramutati in zombie! Bello, vero? Infatti, la parte di Santa Claus è la più figa di tutte, il resto del film ha alcune trovate interessanti ma non decolla più di tanto. William Shatner è utilizzato piuttosto male (forse se gli avessero dato un copione con più battute), le varie storie sono originali e accattivanti, tranne per la parte dei ragazzi nella scuola che utilizza un tema trito e ritrito. Il trucco del Krampus e la caratterizzazione di Santa Claus sono quelle che mantengono in vita l'interesse, il film di base però rischierebbe di finire nel dimenticatoio se non fosse per quel finale che cambia le carte in tavola. Si sarebbe potuto fare decisamente meglio, ma questo film è stata una bella rivelazione. Consigliato!

Ora, il piatto forte!

House / Hausu
House è il film di debutto di Nobuhiko Obayashi, regista sperimentale giapponese che realizza il capolavoro di una vita. La trama non è necessaria raccontarla, perché quasi fa di contorno e non è neanche interessante: sette ragazze vanno in una casa infestata dove appare un gatto e un fantasma. In realtà, c'è tutta una storia più articolata di così ma chi se ne frega, perché il film va visto per come è stato realizzato. Scene assurde, psichedelico su alcuni punti e trash in altri, lascia nello spettatore delle emozioni contrastanti. All'inizio sembra un film brutto, realizzato male e con delle scene che sfiorano - no, scusate - toccano il ridicolo... ma la cosa bella è che se pur arriva a toccare il fondo, risulta interessante per vedere cos'altro s'è inventato il regista! In venti minuti, il film è già follia pura, in un'ora e trenta il vostro cervello sarà fottuto completamente. Difficile davvero recensire questa pellicola, racchiude veramente troppi elementi, perché non è un film banale, tocca tematiche interessanti e nella narrazione ci sono frammenti di qualcosa di veramente più grosso di quel che sembra, il tutto contornato da una personalità forte, prorompente e diversa. Diversa in ogni campo, ma principalmente diversa per il panorama del cinema giapponese, strizzando l'occhio al cinema americano ma riuscendo a sua volta a diventare qualcosa di più. Tim Burton, quando parla di liberare la creatività deve chiudere la bocca perché è un signor nessuno, Obayashi è in confronto a lui un Dio e questo film ne è la prova vivente. L'intero film riesce a sembrare una continua sequenza onirica e addirittura in certe parti riesce a dare l'impressione di assistere a scene in dormiveglia - presente quando vi svegliate con la TV accesa e non capite esattamente cosa state guardando? Ecco, quella sensazione lì, solo che voi siete svegli e coscienti! Paragono questo film a due pellicole: la prima, è La Casa 2 per l'ambientazione, la storia e la follia da cazzeggio (è stato realizzato comunque prima). La seconda è Eraserhead per il semplice motivo che le emozioni che ho provato sono state molto simili, sebbene indirizzate verso direzioni differenti. Nel film di David Lynch, rimasi inquietato mentre con Obayashi ho riso tutto il tempo, però mi hanno dato entrambe la sensazione di vivere in un sogno, appunto. Poi, vorrei veramente aggiungere altro, ma credo che questo film vada visto per intero e poi giudicato. Scene memorabili: troppe. Voglio solo ricordarlo così:


Ricordate di tenere d'occhio quello scheletro, durante il film.

E dopo questa splendida recensione (scritta e non riletta, quindi non corretta!), Colazione da Bruno ritornerà l'anno prossimo con altre recensioni di film di merda! Un buon 2017 e... va beh, su vi regalo qualche altra perla da Hausu. Ciao!





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