domenica 11 dicembre 2016

Pet



Nella mia continua ricerca di film horror, devo ammettere che raramente trovo qualcosa di veramente valido. Pet non si distingue certo da un film mediocre per qualità o originalità, ma è stata una piacevole sorpresa, la dimostrazione che - di tanto in tanto - qualche idea buona riesce a venir fuori. Il film, uscito nelle sale americane ad inizio dicembre e già rilasciato in versione digitale, vede alla regia Carles Torres, già conosciuto per il corto M for Mom presente in ABCs of Death 2.5 sulla sceneggiatura di Jeremy Slater (Fantastic 4 e la serie L'esorcista). Il cast vede la partecipazione di Ksenia Solo e Dominic Monaghan, conosciuto per il ruolo di Merry ne Il signore degli anelli, non di certo un cast di prima scelta ma, se non altro, nel complesso la produzione - a discapito di diversi titoli simil-indipendenti - è abbastanza buona.

A Love Story, è la tagline del film. No, non è un eufemismo, di base Pet è davvero una storia d'amore mascherata come un horror thriller psicologico. Il protagonista di questa storia è Seth, un ragazzo presumibilmente quasi trentenne che lavora in un canile come addetto alla manutenzione. Seth è una persona sola, vive in un appartamento in cui non gli è permesso neanche avere un cane e questo lo rende conscio della sua passività nei confronti della vita: ci sono cose che non può ottenere ed è d'accordo col lasciarsi scivolare tutto via. Questo fin quando non incontra Holly, ragazza che conosceva già ai tempi della scuola e che, in un primo momento ha una semplice cotta, poi diventa una vera e propria ossessione, al punto da spingerlo di creare una gabbia in uno stanzino nello scantinato del canile appositamente per lei. Seth, quindi, rapisce Holly ma la storia, da questo punto in poi, prende una piega inaspettata. Seth ha scoperto qualcosa di Holly e il suo obiettivo è quello di salvarla...

La frase che riassume il vero senso del film è citato nel diario di Holly: "L'amore è solo un etichetta per i nostri obblighi biologici", ma a mio parere lo si può racchiudere anche in una citazione dei Rammstein: "Amore, amore, tutti vogliono solo addomesticarti". Su questi due aspetti, il film contrappone due figure irrimediabilmente romantiche, due facce della stessa medaglia, ovvero due persone sole e incomprese, chi per un motivo chi per un altro. L'amore, tema centrale di questo film, è vissuto in una maniera romanticamente distorta; da un lato c'è chi desidera l'amore nella sua maniera più pura, dall'altro chi ricerca qualcosa che soddisfi i suoi bisogni biologici ritornando ugualmente, in entrambi i casi al desiderio di "addomesticare" e mantenere una posizione di potere in una relazione. Come si fa con i propri cani, insomma. La violenza, in questo caso, è la perfetta ricetta per tramutare una qualsiasi storia d'amore in un horror che non disprezza l'avventurarsi nei meandri della mente umana. Su questi presupposti, però, il film non raggiunge la mediocrità per degli evidenti difetti che vanno dal montaggio alla sceneggiatura. Passaggi da una scena all'altra sì intuitivi e che non appesantiscono la comprensione del film (che io ho trovato molto semplice da comprendere), però accumulati fanno un po' storcere il naso, mentre per quanto riguarda la sceneggiatura boccerei il finale un po' scontato e dei passaggi nella trama che, per causare il colpo di scena, sfocia nell'esagerazione più eclatante. Nulla che non sia coerente col resto del film, per carità, ma con qualche accortezza credo che Pet avrebbe potuto superare la mediocrità.

In definitiva.
Come detto introduzione, sono alla perenne ricerca di film horror che possano soddisfare il mio palato da appassionato di genere e devo dire che Pet è riuscito ad essere interessante al punto giusto, decisamente sopra la media di molte porcate che escono negli ultimi tempi. Se poi valutiamo il tutto rendendoci conto che il film è del 2016, tanto di cappello. Poi, oddio, Pet non si avvicina molto al genere horror se non per la violenza e la tematica Sindrome di Stoccolma + visione distorta e malata dell'amore, direi che come genere si avvicina molto più al thriller, ma tant'è. Ripeto, comunque, che per me resta un film che, sebbene mi abbia colpito positivamente, resta nella mediocrità per quegli evidenti difetti citati poc'anzi. Non bocciato perché per tematica e qualità resta una spanna sopra rispetto a molte altre produzioni. Consigliato sì, ma non per chi si aspetti il filmone.


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