lunedì 5 ottobre 2015



Inauguro con una quadrupla recensione questa "rubrica" dedicata a Bruno Mattei.
Per chi non lo sapesse, Bruno Mattei è un regista - anzi, "regista" - italiano ben noto per la sua voglia di riciclaggio o meglio a dire furti. Se quello del riciclaggio di materiale girato ma mai utilizzato in altre pellicole, anche di maggior successo, era un'operazione molto in voga dagli anni '50 agli anni '70 (quando c'era il boom del cinema d'exploitation), Bruno Mattei riprende quest'operazione nel modo più sbagliato possibile, andando a prendere pari passo scene già utilizzate in altri film, oltre al suo vizio di "omaggiare" altre pellicole che più che omaggi sono praticamente le stesse scene.

Colazione da Bruno è un titolo a casaccio, facendo un po' il verso a Colazione da Tiffany, saltato fuori dopo una domenica mattina passata a far colazione visionando Fauci Crudeli (dopo una nottata passata a guardare ben altri due film di Mattei) con un amico, a cui dedico questa intera rubrica. Bene, in attesa di un'altra serata trash, inizio con l'inaugurazione parlando di ben 4 film del Maestro Mattei: Virus, Fauci Crudeli, Mondo Cannibale e La Tomba.

Virus.
Anche noto col titolo L'inferno dei morti viventi, Virus percorre la falsariga dei film romeriani sugli zombie. Girato negli anni '80, con una tecnica abbastanza discreta, Mattei - in coppia con Claudio Fragrasso, altro personaggio discutibile della cinematografia italiana - omaggia sin dall'inizio i film di Romero riprendendo gli stessi personaggi protagonisti della sequenza iniziale di Dawn of the Dead (conosciuto in Italia come Zombi) se non addirittura la stessa sequenza, ma senza zombie. Questa squadra speciale viene poi spedita in Nuova Guinea, ma lo si capisce solamente leggendone la trama perché in realtà il film è caotico e non ha una vera e propria continuity lineare. Qui veniamo a conoscenza anche di improbabili giornalisti che, dopo essere stati aggrediti da degli zombie, si uniscono alla squadra e s'inoltrano - per qualche motivo oscuro, o forse no, ammetto di esser stato distratto - nella giungla infiltrandosi in una tribù cannibale. Totalmente a caso. Dopo venti minuti di scene di cannibali, con maschere a dir poco oscene e improponibili, contornate da immagini prese da documentari vari, vero marchio di fabbrica di Mattei, si ritorna agli zombie che fanno carneficina e il gruppo di superstiti tenta di sopravvivere.

Noia. Parecchia. Se da un lato vediamo degli effetti realizzati abbastanza decentemente, la storia di per sé non si riesce a reggere. Le immagini prese dai documentari stonano così tanto che fa venir voglia di cavarsi gli occhi, soprattutto quando tra una scena e l'altra vengono mostrate immagini inutili al rallentatore (!!) di scimmie che saltano di albero in albero e gabbiani che si tuffano in acqua. Ed elefanti. Senza contare che la pellicola dovrebbe ambientarsi in Nuova Guinea ma la scenografia ricorda più che altro il Sud America. Il pezzo forte, ad ogni modo, resta la scena all'interno della tribù indigena dove vediamo l'attrice protagonista gironzolare a caso e fare facce strane, un'attrice che sicuramente quando avrà girato la scena nemmeno sapeva cosa avrebbe dovuto guardare visto che il montaggio ha fatto il resto del lavoro con l'inserimento di riprese rubate a chissà quale documentario! Senza contare poi la mia scena preferita, quella che vedete nell'immagine sottostante. La protagonista, truccata come un'indigena locale per mischiarsi nella tribù (composta da indigeni grassi), viene accerchiata da alcuni di essi con indosso una maschera rituale. Ovviamente, anche queste immagini sono riprese da un documentario... e quel che vedete è un tentativo di riprodurre la stessa maschera cerimoniale. Io ho riso parecchio.


In conclusione, Virus è un film di merda coi fiocchi. Imperdibile se siete amanti del genere, come quasi tutti i film di Bruno Mattei. Un film che vanta di avere i Goblin sulla colonna sonora! Ovviamente, riciclando musiche utilizzate per Dawn of the Dead e Buio Omega, film dei quali ruba anche qualche scena, ovviamente. Bello, invitante quanto una merda spiaccicata sul marciapiede.

Fauci Crudeli.
Cruel Jaws, invece, è del 1995 ed è così brutto e noioso che verrebbe voglia di andare al mare e farsi mangiare vivo da uno squalo. Riprendendo la stessa identica trama, imitandone anche alcune scene, de Lo squalo di Steven Spielberg, Fauci Crudeli è così brutto che alla sua uscita non venne distrutto da critica e pubblico, ma semplicemente ignorato. Con una colonna sonora che fa un mixaggio dei più grandi successi di John Williams (la più evidente è Guerre Stellari), Mattei qui da il peggio di sé stesso, ricicla non soltanto immagini da documentari vari, tre film della saga Lo squalo, e due di Castellari e Joe D'Amato, ma anche le sue stesse scene. Sinceramente ho anche ben poco da dire. Il cast è osceno, alcune scene sono fin troppo ridicole, si ride del film ma molto raramente. Forse, l'unica cosa positiva è stata la capacità di realizzare una scenografia abbastanza in linea con le famose scene rubate, ma proprio per essere buoni, eh. Detto questo, passiamo avanti.

Mondo Cannibale.
E qui forse siamo al pezzo forte, in cui Mattei si beccherà parecchi insulti da parte mia.
Pace all'anima sua, per carità, ma Mondo Cannibale parte con dei presupposti a dir poco esilaranti e scade mostrando la sua totale incapacità non solo di fare cinema ma di capirlo! Questi presupposti, tanto per far chiarezza, è la nascita stessa del film in questione. Nel 2003, con lo stesso cast e troupe, girò Nella terra dei cannibali, ma siccome quando si trovò in fase di montaggio si accorse di avere materiale in più, decise di realizzare un altro film utilizzando le stesse. Come prendersi soldi facendo metà del lavoro, insomma.

Mondo Cannibale vorrebbe ricalcare la stessa trama di Cannibal Holocaust, con questa troupe televisiva spedita in Amazzonia per realizzare un documentario sulle tribù indigene locali. Con queste riprese degne del peggior film porno, realizzate con misere videocamere digitali, con scene che per l'appunto ricordano proprio un porno, Mattei confeziona un film ridicolo, con una trama incoerente come la caratterizzazione dei personaggi il tutto, ovviamente, inserendo qualche immagine da documentario, ma oramai sto diventando ripetitivo. Così come ripetitivo è Mattei che utilizza le stesse immagini del documentario utilizzate in Virus. Detto ciò, tanto per realizzare un quadro completo, le porcate che possiamo elencare sono: riprese di uno pseudo-telegiornale infilate MALE nel riquadro di una foto mossa di un televisore, personaggi che si scambiano i ruoli e cambiano personalità di volta in volta, dialoghi cretini e buttati a caso (es., durante una telefonata normalissima su come stia procedendo il lavoro, la protagonista ci tiene a ricordare dei giochini erotici fatti con il suo boss!). Infine, come se non bastasse il lavoro di merda realizzato da Mattei, gli attori ci tengono troppo a fare a loro volte del loro peggio, con espressioni facciali a dir poco oscene, reazioni emotive fin troppo esagerate e l'attrice principale, con il vizio di alzare il sopracciglio manco fosse Dwayne Johnson, che ha un modo di recitare degno di una pornostar.


Ma ho promesso degli insulti, e voglio mantenere a parola data.
Mattei ha tentato di omaggiare Cannibal Holocaust. Tralasciando che il suo omaggiare è alquanto discutibile, qualcuno avrebbe dovuto spiegargli che realizzare le stesse identiche scene non è omaggio ma poca fantasia, il problema più grave è stato il voler riproporre lo stesso messaggio di Deodato ma in maniera totalmente sbagliata! In Mondo Cannibale, insomma, traspare la totale incapacità di Mattei anche solo nel capire un film. Eppure non credo che ci voglia tanto a capire che in Cannibal Holocaust il messaggio era veicolato da una narrazione sì eccessiva, ma coerente, qui i personaggi si lasciano andare in barbarie in una maniera improvvisa e senza motivo. Quel messaggio, poi, viene espresso con una alquanto ridicola rottura della quarta parete. Mondo Cannibale, in definitiva, è proprio un film realizzato male, dove l'incapacità e l'ignoranza di Mattei è al suo apice... ed è proprio per questo che andrebbe visto. È un film di merda. Un film di merda che merita per farsi due risate guardando le esplosioni di rabbia insensate dei protagonisti. E del sopracciglio di Helena Wagner.

La Tomba.
Giungiamo quindi all'ultima parte con la vera perla.
Fa a botte con Mondo Cannibale per decretare il mio (fino a questo momento) film preferito di Mattei. In un mix di riprese digitali contornate da recitazioni oscene e tanto tanto blu, La Tomba si rifà alla falsariga de La Mummia, il celebre film con Brendan Fraser. Ovviamente, c'è bisogno di dire il modo di operare di Mattei? Documentari, La Mummia e L'armata delle Tenebre. Insieme a personaggi usciti fuori da Dal Tramonto all'Alba e Indiana Jones, che comunque Mattei dichiarò di esser volutamente ripresi volutamente.

Il film, che alla fine dei conti è un mix tra La Mummia e un documentario di Voyager, viene comunque considerato come uno dei migliori film mai realizzati da Mattei e su questo, forse per la prima volta mi trovo d'accordo con la critica. Indubbiamente, tralasciando ogni imperfezioni, tra tutta la merda prodotta dal Maestro, questa è sicuramente quella che merita di più. Ma non perché sia bello o ben realizzato. Le riprese ricordano (ancora) un film porno che s'incrocia con una soap opera argentina e gli attori, tutti inesperti e al loro primo ruolo, sono a dir poco imbarazzanti. Merita perché fa così pena da far ridere. Merita perché ha incongruenze atroci, perché esagera, perché qui Mattei si sforza a tal punto dall'inserire una scena di lotta pseudo-acrobatica senza ottenere nemmeno un risultato sufficiente. Merita per una scena che vorrebbe imitare, pardon, omaggiare La Mummia in cui vediamo i protagonisti, in un corridoio che dovrebbe essere stretto ma appare il contrario grazie ad una scenografia pessima, correre a destra e sinistra in continuazione. Errori che mettono in risalto l'amatorialità non solo del regista, ma dell'intera troupe. Nemmeno quando realizzavo film da ragazzino incappavo in errori così grossolani, eppure Mattei è abbastanza convinto che il suo cinema da omaggio funzioni. Ma soprattutto, merita perché risulta impossibile non ridere ad ogni singola scena! Come il graffio di un gatto che si trasforma in uno squarcio enorme che farebbe venir voglia di amputarsi una mano.

Come in tutti i film di Mattei, fa capolino l'esagerazione. Quegli elementi che potrebbero salvare di poco l'intero lavoro vengono messi fin troppo in risalto, come in questo caso gli occhi di Anna Marcello - notati da Bruno Mattei che li definì molto espressivi. Forse aveva ragione. Ma forse anche no. Fatto sta che c'è questa sacrosanta esagerazione che rovina ogni cosa, quella forzatura di qualcosa che dovrebbe essere bello ma che non lo è. Quel gusto dell'orrido, che nemmeno John Waters riuscirebbe a concepire, Mattei lo incarna.

Passi il voler realizzare film a basso costo per passione.
Passi l'usare attori inesperti e incapaci.
Passi anche l'utilizzo di telecamere digitali e la mancanza di fotografia e scenografia!

Tutto va bene, finché c'è passione.
E il Maestro Mattei di passione ne aveva.
Per quanto avrebbe seriamente dovuto smettere di fare cinema, perché non lo sapeva fare, noi continueremo ad amarlo, ad acquistare qualche DVD e io tornerò sicuramente con questa rubrica per parlare ancora del Maestro.

Scritta e non corretta.
Come ogni film di Bruno Mattei.

Dedico questa rubrica non tanto a Bruno Mattei, ma a Marcello, che con le sue visioni forzate di film di merda mi ha insegnato a riuscire ad apprezzare film che mai avrei apprezzato in passato, ricordandomi che, lì dove c'è gente che realizza film brutti al solo scopo di parodiare i blockbuster hollywoodiani, esiste quel lato del cinema che - per passione o scopo di lucro - tenta disperatamente di imitare il cinema divenendo una parodia di sé stessi, insegnandoci di riflesso che non conta quanto sia brutto o mal realizzato un film, ogni cosa - come nella vita - va apprezzato per le piccole cose.

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