Nuovo Universo DC. Nuovi 52.
Un reboot non necessario, non quando finalmente l'intero Universo DC Comics stava finalmente acquisendo un po' di coerenza grazie a Geoff Johns. Che lo si critichi o lo si acclami, ad ogni modo, è inutile star qui a parlarne; questo è il presente e molto probabilmente il futuro degli eroi DC. Poche testate son riuscite ad essere di qualità e ben pochi personaggi hanno riacquistato nuovo smalto. Dei "magnifici 7" della Justice League, personalmente ho apprezzato tantissimo Flash e Wonder Woman, non senza ringraziare ovviamente gli autori che han lavorato duramente sui due personaggi. E se negli USA al momento sia la run di Manapul e Buccellato su Flash e quella di Azzarello e Chiang su Wonder Woman sono giunte alla conclusione, mi dedicherò esclusivamente solo alla prima (in quanto la pubblicazione italiana l'ha conclusa solo qualche mese fa).

Flash, l'artefice principale della creazione del Nuovo Universo DC dopo gli eventi di Flashpoint, rientra in questo reboot con quegli elementi creati da Geoff Johns quando il personaggio di Barry Allen venne riportato alla fine dopo gli eventi di Crisi Finale: sua madre Nora è morta in circostanze misteriose e suo padre, Henry, è finito in carcere ingiustamente. Da qui, la natura del senso di giustizia di Barry che lo spinge a lavorare per la Scientifica di Central City, per indagare sul mistero della sua scomparsa, che se nel vecchio Universo DC venne attribuita ad un'assurda vendetta al rovescio di Eobard Thawne a.k.a. l'Anti-Flash (o Reverse Flash, per chi odia gli italianismi), nei Nuovi 52 non si sa proprio nulla a riguardo, anzi il caso di Nora resta aperto senza alcun legame o indizio e nulla che lasci presagire al coinvolgimento della nemesi del Velocista Scarlatto. Inoltre, se precedentemente al reboot si era lasciato intuire a nuovi elementi sulla Forza della Velocità o presunti cambiamenti futuri ai personaggi chiave (come la natura degli abitanti di Gorilla City), è grazie al reboot che tutto diventa più coerente e riesce ad amalgamarsi al meglio.
Il Flash dei Nuovi 52 è un ottimo inizio per i neofiti, per chi magari ha visto la serie TV e vorrebbe leggere le gesta di Barry Allen rappresenta un perfetto punto di partenza, perché in fin dei conti l'intera run altri non è che una sorta di (re)introduzione di tutti i personaggi chiave, reinventando quelli classici e in alcuni casi dandogli un "upgrade", il tutto facendo il filo conduttore per gran parte della run ad un unico "cattivone", il Dottor Elias, il quale non ha nessun super-potere in particolare e non rappresenta nemmeno una vera minaccia, gioca solo un ruolo di "fastidio" per Flash. Tra nuovi nemici (l'Olocrazia) e vecchie glorie del passato in versioni più aggiornate (Captain Cold e soci), insomma, Manapul e Buccellato ci mostrano questo nuovo mondo in cui Barry ha da scoprire la portata dei suoi poteri. Troviamo quindi un Flash inesperto ma eroico come suo solito. Le storie, per quanto un po' troppo infantili e prive di quel fascino epico caratterizzato alla perfezione da chi ha scritto le migliori saghe sul Velocista, Mark Waid e Geoff Johns, c'è solo l'ombra, restano ugualmente una delle migliori letture per quanto riguardano i Nuovi 52.


Anti-Flash che stavolta rappresenta esattamente il contrario di Flash: se Barry, correndo, porta il tempo in avanti, l'Anti-Flash lo porta indietro. L'identità di questo nuovo antagonista viene ugualmente cambiata, non è Eobard Thawne ma... va beh, risparmierò il lettore dello spoiler, fatto sta che è una vera sorpresa. L'intera saga del Reverse-Flash, tuttavia, non è entusiasmante. Eobard Thawne era veramente un Villain (con la V maiuscola, sì), questo vuol solo rappresentare una versione distorta e al contrario di Barry. Con questa e la storia finale, uno strano team-up con Deadman che serve a farci scoprire che il mistero di Nora Allen resterà sepolto per un bel po' di tempo, la run si chiude un po' fiacca, lasciando il tutto con molto poco, anzi pochissimo entusiasmo. Peccato, perché se da un lato gli autori son capaci di farci digerire qualsiasi tipo di rivisitazione o tentativo di portare le storie ad un livello attuale che si possa sposare con i tempi moderni, ciò che viene raccontato non è una storia ma una introduzione a qualcosa di nuovo. Beh, diciamo che sotto quest'ottica ci sono anche riusciti, tutto sta nel vedere come se la caveranno Van Jensen e Robert Venditti - scrittori a quattro mani con i bruttissimi, orrendi, inguardabili disegni di Brett Booth (sì, non potevo fare a meno di criticarli... odio con tutto me stesso il suo stile di disegno!).
In conclusione.
Ecco, diciamo pure che l'intera run non mi dispiacerebbe rileggerla. I disegni sono favolosi e il personaggio di Flash resta comunque quello che più mi affascina, però se devo proprio dare un voto qualitativo all'intera run dei due, diciamo che si poteva fare di più. Davvero, ho gradito parecchio il nuovo look dei Nemici, Captain Cold è un figo e Lisa Snart finalmente ha dei poteri sensati, solo che non racconta assolutamente nulla se non un tentativo di presentarci un nuovo Universo su cui i futuri autori dovranno muoversi. Metodo di paragone: se Azzarello ha fatto lo stesso regalandoci al contempo una saga epica, Manapul e Buccellato si limitano a raccontarci una storiella senza nemmeno sforzarsi di regalarci qualche emozione o chissà quale colpo di scena. Tra tutti e sei gli archi di storia credo si sarebbe potuto far di più con i Nemici mentre bellissima resta Gorilla Warfare.
Tirando le somme, è una run discreta. La mia idea è stata che in DC le grandi menti, atte a portare i cambiamenti più grossi, han lavorato solo ed esclusivamente su Justice League e alle testate coinvolte nei grandi eventi, mentre in quelle singole ben pochi hanno apportato chissà quale cambiamenti, se non per riscrivere interi personaggi. Certo, abbiamo un nuovo Anti-Flash ma, incappando in qualche spoiler, ho notato come abbiano riportato in vita anche Thawne, l'originale Professor Zoom, quindi BOH. Il lavoro dei due, che nel frattempo si son spostati su Detective Comics, resta ugualmente come un'opera a sé stante, che anche se riesce a farci apprezzare maggiormente Patty come interesse amoroso anziché Iris, resta una run carina non paragonabile alle grandi saghe scritte da Waid e Johns.
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