PREMESSA: Perché le premesse, a casa mia, si devono fare per forza. Ciò che segue non è altro che il mio compito di sceneggiatura che avrei dovuto consegnare settimana scorsa: scrivi una storia "zuccherosa". Ora, io non lo so se è zuccherosa abbastanza, io non so farle certe cose. Ancor meno cercare di racchiudere un messaggio all'interno di un racconto. Che cosa ho fatto? Ho raccontato della mia ex, che dovevo esorcizzare in un modo o nell'altro. Ormai è un capitolo chiuso, ma dovevo pur metterci la pietra sopra. La pietra, spero, che con questa si piazzi e non si sposti più. Buona lettura, stronzi.
“Tutto inizia in un cimitero. Un bel paesaggio allegro, insomma. Io ero
lì, sulla tomba della mia ex ragazza. Una ragazza che ho amato tantissimo,
anche se purtroppo non ho mai avuto modo di dirglielo. Mi chiamo Luca, e questa
è la storia di come la mia ex morta mi ha aiutato a tornare in vita.
Come dicevo, è iniziata nel cimitero. Ero a terra, triste come non mai.
Piangevo di continuo, quando stavo da solo, ed erano passati 9 mesi da quando
era accaduto. Dieci, da quando la lasciai… l’errore più grosso della mia vita.
Ero in un periodo di crisi emotiva, e come mio solito quando mi sento tale, ho
preferito starmene solo con me stesso, e quella volta allontanai anche lei. E
credetemi che feci di tutto, per far in modo che accadesse. Un mese dopo, lei
in preda al dolore per quanto le feci, prese l’auto ubriaca e finì oltre un
guard-rail e perse la vita. Per causa mia. Da quel momento ho provato ad andare
avanti, perché sapevo che era ciò che lei avrebbe voluto, e ci sono anche
riuscito per un po’. Ho migliorato anche la mia vita, ho iniziato a frequentare
persone e a riallacciarmi con qualche vecchio amico. Ma non ce la faccio. Io la
amo ancora. È morta per causa mia, ora è lì sepolta sotto terra. Scusami,
amore. Scusa se ho causato tutto questo. Mi manchi.”
«Guarda che io sto benissimo!».
Una voce femminile si fece sentire alle spalle di Luca. Non ci credeva: lei era
viva! Anna era con lui. Dopo lo spavento iniziale, si fermò a guardare la sua
amata. Era uno spettro, ma riusciva a toccarla. E lei era bella proprio come la
ricordava. Luca inziò a piangere, e chiese se fosse giunta la sua ora. No, non
era ancora arrivato quel momento, disse Anna, però era proprio stanca di
sentirlo piagnucolare ogni sera sulla sua tomba e sentire quanto schifo facesse
la sua vita. Era stufa, perché in vita non aveva fatto altro che questo:
piagnucolare! Su qualsiasi cosa, la sua condizione, su tutto! Eppure Luca aveva
raggiunto dei traguardi, secondo Anna, però era attaccato ancora a concezioni
assurde e non aveva mai imparato realmente a vivere. E ora… che Anna è morta vorrebbe insegnare Luca a vivere? Che assurdità. Luca le chiese
che quando erano in vita, lei gli disse che ormai non lo amava più perché
l’aveva fatto soffrire: perché adesso era tornata per aiutarlo? «Perché ti amo
ancora», disse. Ma non quel tipo di amore che avrebbe riunito entrambi felici e
contenti. Luca desiderava morire e ricongiunsi a lei, ma Anna no. Doveva dargli
una svegliata! Così iniziò a seguirlo ovunque, tanto solo lui poteva vederlo, e
quando Luca finalmente si decise ad accettare il fatto che non sarebbero mai
tornati assieme, Anna decise di dargli una mano. Sì, era proprio stufa che la
sera piangesse sulla sua tomba e pronunciasse il suo nome dieci volte al
giorno, e non perdeva tempo a ribadirlo! E così, via. Luca iniziò a iscriversi
a siti di incontri, ma subito Anna lo fermò all’istante: non era quello il
modo. Passarono le successive 3 notti a frequentare bar e pub, abbordando ogni
tipo di ragazza, anche quelle con la quale non avrebbe mai avuto successo, o
che non erano alla sua altezza. “Ti
servirà per fortificare il carattere e saperci fare”, disse Anna. Dopo aver
rimediato una sveltina con una ragazza un po’ bruttina, gli insegnamenti di
Anna diedero i suoi frutti, e riuscì a fargli abbordare una ragazza bellissima,
una di quelle come piacevano a lui… e i due iniziarono a frequentarsi. Preso
dalla felicità, Anna decise di dileguarsi per un po’ e lasciarlo da solo, e
Luca sembrò cavarsela bene. Certo, a volte non sopportava proprio l’atteggiamento
di questa ragazza, Nicole, però a lui andava bene. Era tanto bella e facevano
tanto sesso, e la cosa gli andava bene. L’inaspettato, però, doveva ancora
accadere. Luca, che nel frattempo durante tutta la sua ricerca con Anna era
rimasto sui siti di incontri, aveva iniziato a parlare con una ragazza della
sua città. Una tipa simpatica, Noemi, molto gentile, disponibile e con numerosi
interessi… a differenza di Nicole, che in fin dei conti era solo un’oca,
nonostante la sua laurea in scienze umanistiche. L’inaspettato, dicevo: Noemi
chiese a Luca di uscire e i due si incontrarono due volte come semplici amici,
alla terza scattò un bacio. Luca si chiese cosa stesse facendo: quella era la
stessa cosa che gli capitò quando si lasciò con Anna. Ormai non voleva più far
in modo che riaccadesse, quindi la lasciò andare, e tornò con Nicole. Non era
proprio una grandissima idea, però. Le cose peggiorarono, e il rapporto con
Nicole andò di male in peggio, e Noemi provò a starsene in disparte, anche se
mandava un sms a Luca di tanto in tanto. Seccato da tutto questo, Luca prese
ancora una volta la sua decisione: si isolò, e mandò all’aria tutto. Ormai
tutto andava male, gli errori commessi erano gli stessi, e adesso forse era
anche peggio. Nicole non era di certo Anna, quindi non perse tempo due volte a
prendere e lasciarlo da solo, e a lui quasi non importava più, quasi gli
dispiaceva per Noemi, anzi. Ma aveva il cuore distrutto, e nella sua mente
riecheggiava solo il nome di Anna: l’unica ragazza che aveva mai amato. Prese
una bottiglia e si ubriacò, fin quando non prese le chiavi della macchina. Il
suo scopo era semplice, tant’è che lo rivelò pure al fantasma di Anna,
riapparsa proprio in quel momento: si sarebbe ucciso. Cosciente che ormai Anna
non sarebbe rimasto con lui neanche nella morte, iniziò a contemplare
seriamente la scelta del suicidio: se fosse finito all’Inferno, non avrebbe più
rivisto Anna, nel Paradiso. Sì, iniziò veramente a delirare. Però Anna sapeva
che lei, in vita fece un errore madornale, e che aveva anche lei un briciolo di
colpa.
“La mia più grande colpa, quando stavamo insieme, fu che io decisi di
spronarlo come facevo di solito. Istigandolo a fare di meglio. E io non avevo
capito che lui aveva solo bisogno di un appoggio. Era solo troppo orgoglioso
per chiederlo. Troppo spaventato di ammettere che voleva soltanto stare in
silenzio, abbracciati. Di sentirsi amato. Anche io ho avuto la mia colpa.
Sì, ha un carattere di merda. Ma se lo ami, capisci che è la cosa
giusta da fare. Quindi, vai da lui, prima che sia troppo tardi”.
Queste parole erano indirizzate a
Noemi. Anna decise di manifestarsi anche a lei. Noemi prese tutto di corsa, e
in lacrime iniziò a seguire l’auto di Luca, diretto verso la stessa strada dove
Anna perse la vita. Ma gli avvenimenti furono un po’ rocamboleschi, Anna
apparve al centro strada e fece andare fuori strada l’auto di Luca. Non si fece
nulla, oltre che qualche contusione e l’auto sfasciata. Noemi corse alla sua
auto e gli prestò soccorso. Lei stette tutto il tempo all’ospedale, giorno e
notte, e parlarono tantissimo. Parlarono anche di Anna, ne parlarono
tantissimo. Quando i dottori intimarono Noemi di andarsene a casa a riposare,
Luca rimase da solo nella sua stanza, poi apparve ancora Anna. “Ora non
piangerò più sulla tua tomba. Non ti scoccerò più”, disse Luca. “Lo spero”,
rispose lei. Dopo averla ringraziata, le chiese perché aveva fatto questo a
lui, nonostante lui fosse stato la causa della sua morte. Lei rispose che non
era colpa di nessuno. E se l’aveva fatto, era perché comunque sia, nonostante
tutto, lo amava. Poi sparì.
Tutto finì su una lunga strada
deserta, illuminata dai raggi del tramonto… con Luca e Noemi andar via mano
nella mano.
Spero sia stata "zuccherosa" abbastanza. Il finale mi fa altamente vomitare.
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