Sì, ne ho già parlato, lo so.
Ma stavolta l'ho finito. Ci ho messo un bel po' ma sono riuscito a concludere Death Note.
Ma stavolta l'ho finito. Ci ho messo un bel po' ma sono riuscito a concludere Death Note.
E sia chiaro, parlo del manga, non dell'anime. Quello non penso avrò voglia di guardarlo, perché in linea definitiva devo dirlo: non mi è proprio piaciuto. È un mattone, pesante, tirato per le lunghe e surreale. Ma nonostante il mio pensiero personale trovi riscontro con quanto pensava il buon Fantozzi de La Corazzata Potëmkin, ho trovato parecchie positività in Death Note. E intendo procedere prima con quelle.
Cos'ha di buono?
La tematica della storia. Ne ho già parlato nel "minestrone", vale a dire il post precedente, ma a scanso di equivoci mi ripeterò. La tematica di Death Note è chiaramente la stessa che viene esposta in innumerevoli storie supereroistiche, soprattutto su quelle su Superman. Avevo fatto l'esempio con Kingdome Come e Per il Domani, entrambe storie con Superman protagonista che parlano della responsabilità che comporta avere un grande potere, e degli effetti che causa sull'umanità. Il vecchio Zio Ben, disse a Peter Parker che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e fin qui ci siamo; la maggior parte della gente, però, è parecchio ottusa riguardo il codice morale dei supereroi, e molti stanno ancora a chiedersi perché essi non uccidano. Perché Batman non uccide Joker, perché Superman non uccide Luthor, e via discorrendo. La risposta è racchiusa proprio in Death Note. Se hai un grande potere e hai una visione di un mondo perfetto dove non ci sono malvagi, è tuo diritto costruire questa nuova società? Inoltre, è un tuo diritto considerarti un Dio? Assolutamente no. Puoi partire da uno scopo benevolo, altruistico, ma prima o poi il potere corrompe. Inizia ad esistere solo il tuo punto di vista, come accade con Light, appunto. Arrivi alla pazzia. Puoi anche avere ragione, ma è davvero tutto così semplice? Chi è che decide cos'è giusto o sbagliato? Near, alla fine del manga, arriva a dirlo: ognuno ha una propria concezione di giustizia, e ognuno di noi fa in modo che quella sua giustizia prevalga. Punti. Di. Vista. Ecco qua. L'argomento del giusto e sbagliato è così vasta, che in fin dei conti, sia Light che Elle e Near avevano ragione, e fatto a dimostrazione di ciò è che la parola di Kira, alla fine, diventa un culto religioso, quasi da ispirazione. Ma a quale prezzo? La complessità della tematica è veramente profonda, sotto questo aspetto, e tanto di cappello anche alla scrittrice che ha saputo anche portare il Death Note anche in altre tematiche, come quella della multinazionale che vuole utilizzare il quaderno per i soli scopi. Insomma, sotto questo aspetto, per quanto non ci sia nulla di nuovo, è stato veramente interessante vedere portato fuori una tematica di racconti al di fuori del naturale contesto (supereroi), sposandosi anche un po' una caratterizzazione dei personaggi molto vicina a quella dei lettori moderni, un pizzico tutti un po' misantropi e sociopatici. Bello, l'ho apprezzato. Ho apprezzato anche il fatto che la scrittrice abbia fatto DI TUTTO per far sì che i ragionamenti non perdessero di coerenza nemmeno una volta. Per quanto non mi sia piaciuto, mi sono più volte incazzato perché effettivamente, i ragionamenti contorti e le pippe mentali trovavano sempre un briciolo di coerenza. Sotto questi aspetti, dunque, io vado a riconoscere la grandezza dell'opera che è Death Note, e a sua volta ne riconosco il successo e vi dirò pure che è meritato.
Ma perché mi fa cagare?
Cercherò di andare oltre ai miei personali gusti, che mi portano all'odio più totale verso la narrazione giapponese e il suo umorismo stupido quanto infantile e insulso, nonché ai disegni sempre tutti uguali e brutti da guardare. Sì, sono un hater dei manga, e allora? Un hater che però li legge, sia chiaro. No, dicevo, andando oltre a questi aspetti, ho trovato veramente fastidioso la mancanza totale di realismo nella caratterizzazione dei personaggi. Light viene lanciato come un sociopatico, una persona falsa che spinge addirittura a manipolare gli altri e che non prova neanche un po' di rimorso ad uccidere persone innocenti pur di raggiungere il suo scopo. Fin qui ci sta bene, se consideriamo che in fin dei conti lui sia pazzo, e chiudiamolo pure un occhio sul fatto che, nonostante le pippe mentali, 'sto qui a 17 anni entra nella polizia e prende in poco tempo pure il posto della carica di Elle, e alla fine riesce pure a scopare. Ma sì, questo è tanto per renderlo figo, d'altronde. Poi, ci sono Elle e Near, due ragazzini che lavorano per i Governi mondiali e addirittura sembra che questi li possa comandare a bacchetta.... e sono dei geni. No, dico, qualcuno ha notato che in realtà questi due sono autistici? Forse è stato voluto dalla scrittrice che non venisse detto, però secondo me è stata una dimenticanza a cui bisognava rimediare, perché buttato così, i loro personaggi non hanno proprio senso di vivere. Infine, una parentesi sui personaggi femminili, parliamo pure di Misa. Un personaggio femminile che di femminilità non ha proprio niente, anzi arriva anche a distruggere proprio il genere femminile. Così anche Takada, mi spiace che una donna (la scrittrice) abbia descritto il proprio genere in maniera così stupida: non importa quanto sei intelligente, ma se trovi un tizio figo e di potere, decidi di fare tutto per tenertelo stretto. Molto triste, come cosa. Comunque sia, senza divagare, parlavo della poca credibilità dei personaggi. Ho notato veramente una totale noncuranza come questi, caratterizzati all'inverosimile, si muovano nel mondo come se esistessero solo loro. La loro eccessiva caratterizzazione fa a pugni con la realtà di Death Note; un mondo dove avvengono strane morti, una polizia mondiale che arriva a capire che è a compiere queste azioni sia una persona dotata di un potere (!!), e una società facilmente manipolabile dalle informazioni che i media passano senza neanche consultarsi con le cariche del Governo. Molto credibile. Io pensavo che fossero i personaggi a muoversi col mondo, e non il contrario.
Ma a parte tutto ciò, c'è anche dell'altro che mi porta a non aver apprezzato Death Note. Gli spiegoni. Le pippe mentali inverosimili che causano ansia e dei forti mal di testa. Fortunatamente, pensavo non riuscissi a seguire tutte le vicissitudini e di perdermi, dopo un po', e invece come al solito mi sono sorpreso da solo e ho seguito tutto con attenzione, senza perdermi un passaggio, però ciò non ha cambiato il mio parere. All'inizio era anche interessante e avvincente però dopo i primi 3 volumi, non se ne poteva proprio più! Troppe assurdità, troppi ragionamenti contorti che arrivano a sfociare anche nel surreale, tipo che Light sa che cosa potrebbe pensare Elle, e viceversa. No, no, ho capito che la caratteristica principale del manga sia questa voluta complessità della trama, ma portata alla lunga è stancante. Di fatti, è diventato molto monotono. So che molti si troverebbero d'accordo con me se dicessi che la seconda parte è anche la meno avvincente, in quanti è palese che viene tirata giù in maniera forzata. Ma io questa forzatura l'ho notata sin dal principio, dal momento in cui Elle e Light finiscono ammanettati insieme, se non addirittura prima, insomma.
...e alla fine?
Eh. Alla fine ho trovato Death Note un manga interessante, capace di appassionare magari il misantropo sociopatico di turno, che arriva a rispecchiarsi in ciò che dicono i protagonisti, e in linea di massima direi più che altro il lettore occasionale. Ho letto parecchi che hanno definito Death Note come un capolavoro geniale, uno dei migliori in circolazione. Io non la penso così. Penso che non sia nulla di nuovo, anzi è qualcosa di già visto. Ovviamente, non parlo di tutta la storia, originale per così dire, a partire dagli Déi della Morte e al Death Note e via dicendo, ma della tematica. Nulla di nuovo perché, come ho detto in partenza, è la stessa che utilizzano spesso nei racconti dei supereroi, e penso che venga raccontato anche in altri ambiti. Avvicinarlo a lettori che apprezzano tutt'altro genere è stata un'ottima mossa. Per quel tipo di pubblico, potrà anche considerarsi un capolavoro, ma per me no, nonostante ne apprezzi i lati che ho elencato poco sopra. Certamente, così come io ora ho elencato le mie motivazioni, potrei benissimo venire smentito da qualcun altro che ha avuto modo di leggere più cose di me, in fin dei conti non sto dettando legge, con il mio parere. Però, permettetemi di dire che Death Note...
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