sabato 26 settembre 2015


Pensavo fosse un remake di Cannibal Holocaust.
Ma in realtà si tratta più di un omaggio alla pellicola che scandalizzò gli anni '80. The Green Inferno, il cui titolo si rifà proprio all'opera di Ruggero Deodato, ma più nello specifico una sorta di omaggio proprio al cinema (italiano!) di genere; scritto e diretto da Eli Roth, maestro moderno dello splatter, il film risale al 2013 ma solo quest'anno ha visto la luce nei cinema mondiali. Etichettato come uno dei film più disgustosi e malati di sempre, andiamo a scoprire perché in realtà tutto ciò sia, come ci si aspettava, una trovata pubblicitaria.

The Green Inferno vede come protagonisti una serie di attivisti naturalisti che partono in Amazzonia per contrastare l'abbattimento di una foresta che metterebbe a rischio non solo un patrimonio naturale non indifferente ma intere tribù indigene locali. La protagonista, Justine, è un'ingenua idealista figlia di un rappresentante di spicco dell'ONU e come giusto che sia in ogni film horror che si rispetti, è proprio quella a subire le angherie peggiori, soprattutto da parte degli altri membri del gruppo, i quali sfruttano la sua posizione per garantirsi una via di fuga sicura una volta trovatisi faccia a faccia con la milizia. Una volta compiuta la loro missione, ovvero protestando riprendendo con un cellulare le azioni illegali di disboscamento, il gruppo fa per tornarsene a casa ma il loro aereo viene manomesso e precipita nel bel mezzo della foresta Amazzonica, finendo subito prigionieri di una delle tribù locali - cannibali, per l'appunto. Ed è qui che il film entra nel vivo, con i protagonisti che cercano una via di fuga per sfuggire alle terribili pratiche cannibali degli indigeni. E sta a voi indovinare chi sopravvive, alla fine.

Come si può evincere, la trama ha ben poco a che vedere con Cannibal Holocaust, con questa che si discosta  pesantemente, mantenendone alcuni tratti similari che risultano più un richiamo, un omaggio, piuttosto che un rifacimento. Ciò che comunque Eli Roth cerca di fare, come in ogni suo film, è trasmettere un senso di disagio attraverso scene splatter comunque realizzate perfettamente, misto ad un irriverente senso dell'humour fuori luogo e sopra le righe, richiamando il genere d'exploitation e qui è proprio chiaro l'omaggio che Roth fa per l'appunto al cinema di genere. Dialoghi approssimativi, scene di un umorismo quasi ridicolo, prime fasi del film che sembrano provenire da una soap opera argentina... e tutto questo è assolutamente voluto. The Green Inferno è più un film per amanti del genere, per intenditori per così dire, che in sostanza ha ben poco oltre al fattore disturbante che comunque è incessante. L'intero film, in linea di massima, trasmette soltanto disagio, rappresenta dei personaggi un po' anonimi che si muovono attraverso una storia che è, a mio avviso, incentrata sull'ipocrisia del genere umano. Ipocrisia manifestata sotto numerosi aspetti, la quale arriva al culmine nel finale stesso dove l'eroe di turno si fa forza proprio con questa ipocrisia per mandare avanti i propri ideali. Una critica c'è, di fondo. Ed è una critica sul buonismo cui le persone continuano ad appigliarsi. Quest'aspetto, insieme a trucco ed effetti speciali curati da Greg Nicotero (eccellente il trucco dei cannibali, specialmente il capo tribù), salvano in gran parte l'intero film, perché nel complesso si tratta comunque di qualcosa che lascia un po' con l'amaro in bocca, un film con dell'enorme potenziale che si lascia andare però in scene così sopra le righe che elevano il film più su un valore trash che qualitativo in generale.


In definitiva, valuto The Green Inferno un film meritevole, sotto alcuni aspetti. Potenzialità massime, una cura verso gli effetti visivi veramente eccellenti - sotto gli occhi del pubblico di massa, potrebbero stonare quelle scene comiche, che spezzano quel tono disturbante che tutta questa pubblicità gli ha creato... ma non dimentichiamoci che si tratta di Eli Roth e sono proprio elementi come cannibali strafatti, segaioli e scoreggioni a rendere il tutto disturbante e fastidioso. Consigliato ma suggerisco di vederlo con ben poche aspettative, se lo si va a guardare con la speranza di trovare un film innovativo o disturbante sotto l'aspetto dell'horror. Al di là delle (poche) scene sanguinolente presenti, le quali sono ad effetto e svolgono alla perfezione il loro ruolo, The Green Inferno è a tutti gli effetti un film comico. O almeno, io ho riso dall'inizio alla fine. Ciò che potrebbe far ridere me, potrebbe far incazzare chi ha delle aspettative ben più grosse.

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