giovedì 20 novembre 2014



Jane Vasko è tornata, e stavolta ci riporta anche le 22 Brides!
Painkiller Jane - The 22 Brides è la nuova mini-serie in tre numeri dedicata all'ex agente di polizia Jane Vasko, scritta da Jimmy Palmiotti e disegnata da Juan Santacruz, team già sperimentato nella precedente mini a cavallo tra il 2013 il 2014, The Price of Freedom, di cui ho già avuto modo di parlare. Le copertine, al solito, son disegnate dalla moglie di Palmiotti, Amanda Conner, e mi chiedo perché non le lascino disegnare gli interi albi a lei...

Painkiller Jane - The 22 Brides vuole provare a far rilanciare quel gruppo di femministe cazzute e fuori dalle righe nato nel 1996 e che diede vita a Painkiller Jane. Ora, non è un mistero che PKJ abbia avuto più successo delle 22 Brides, ma farsi una domanda, no? Okay, parto prevenuto perché a me di base non son mai piaciute, ma più per il fatto che son troppi personaggi e ho sempre faticato a ricordarmi i loro nomi, nonostante avessero ognuna una particolarità differente. Comunque sia, credo sia chiaro che a me quest'ultima mini-serie non è proprio piaciuta, e vi confesso che non ho nemmeno voglia di scriverne la trama, perché è banale. Terroristi a New York, Maureen chiede aiuto alle 22 Brides perché loro conoscono bene New York e la malavita, e invece fanno un casino insieme a Jane, tra mille esplosioni e tante tette in bella mostra.

Sì, perché quest'ultima mini-serie è solo tette. Io in passato ho elogiato tantissimo Palmiotti, ma mi sa che il suo nuovo progetto, la PaperFilms, che consiste nella realizzazione indipendente (appoggiandosi alla Marvel Icon) di progetti personali suoi e dei suoi amici a tema più adulto, senza limiti di censura imposti dagli editor, faccia cagare. Voglio dire va bene, a volte gli editor smorzano la creatività degli sceneggiatori ed è giusto cercare di esprimersi come meglio si crede... purché quei cazzo di fumetti non diventino pretesto per disegnare tette e culi in bella vista. Ma fosse questo il problema, in The Price of Freedom Jane venne snaturata e il tutto sembrava volesse girare attorno al sesso, ma tutto sommato aveva una trama sensata e una buona dose di divertimento. Qui, invece, no. La trama è banale, non ha risvolti interessanti, ed è tutto un buon pretesto per inserirci parolacce, slang e tette. In passato ho apprezzato la volontà stessa di Palmiotti di fare dei dialoghi lunghissimi; come lui stesso dichiarato sulla sua pagina Facebook, preferisce realizzare un fumetto con tanta roba scritta piuttosto che delle splash-page con disegni spettacolari. E fin qui son d'accordo, tanto Santacruz disegna di merda e non può fare chissà cosa, ma se i dialoghi devono essere riempiti di parolacce in uno slang un po' troppo eccessivo, il tutto diventa inopportuno e la qualità del fumetto scende.

Palmiotti scende troppo in basso, insomma, e mi dispiace. Ma forse ho compreso che è sì un gran bravo sceneggiatore... fin quando ha un editor che gli ponga dei freni. Questa miniserie la boccio, e boccio anche la mini-storia in appendice del primo albo. Non voglio star qui a dire che rivoglio la Painkiller Jane finita nel 2007 con Everything Explodes, cambiare ogni tanto ci sta... ma se i risultati devono essere brutti disegni, dialoghi lunghi infarciti di parolacce, una storia trita e ritrita che affronta per l'ennesima volta l'argomento terrorismo, allora sì che rimpiango le vecchie storie.

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