giovedì 20 novembre 2014




Una persona, in media, utilizza il 10% della sua capacità cerebrale. Oggi lei arriverà al 100%.
Questa la tagline di Lucy, ultimo capolavoro firmato da Luc Besson con protagonista la bella (a detta di molti, a me non piace) Scarlett Johansson, uscito nelle sale italiane lo scorso settembre. E io ero lì. Con un po' di ritardo, ma la recensione arriva.

Per chi non l'avesse già visto, la trama è pressoché semplice: Lucy, una 24enne come le altre con un futuro incerto e che ama divertirsi nei festini rave, viene coinvolta "grazie" al suo ragazzo in un traffico di droga sperimentale, in cui si vedrà costretta a dover portare negli Stati Uniti da Taipei un grosso carico di droga, la CPH4 (ovvero una sostanza ricavata da una sostanza che viene rilasciata al feto durante la gravidanza, che ha come effetto un aumento delle capacità cerebrali)... dentro il suo stomaco. Una volta effettuata l'operazione, uno scagnozzo che molto probabilmente utilizza il 3% del suo cervello, dà un pugno allo stomaco a Lucy col risultato che il pacchetto si sfascia e la ragazza va in overdose, acquisendo così dei "superpoteri", o meglio le sue capacità cerebrali aumentano. Diventando di botto più intelligente e più cosciente di sé stessa, Lucy si libera e va alla ricerca dell'altra droga per riuscire ad arrivare al 100% delle sue capacità per evitare di sparire e dissolversi, e ci riuscirà grazie ad un agente della polizia di Parigi, Del Rio (Amr Waked), e al biologo che -guarda caso- teorizza, venendo anche deriso, le capacità del cervello umano se questo venisse sfruttato nel pieno del suo potenziale, Samuel Norman interpretato da Morgan Freeman. Alla fine, Lucy sconfiggerà i cattivi (chi aveva prodotto la droga) e scoprirà i segreti dell'Universo trasformandosi in una chiavetta USB. Fine.

Il film, tutto sommato, è bello. Chi conosce Luc Besson sa bene che non è uno di quelli che ama fare cose banali o scontate. Un po' di azione spettacolare, qualche effetto speciale niente male, e una storia che non risulta banale per quanto pompata quasi come se fosse un filmetto da quattro soldi, quale non è. Per non parlare del significato a cui si arriverà nel finale. Lucy è uno di quei film che va a esplorare il fascino delle teorie scientifiche andandole a mescolare con fattori che lasciano poi senza parole se ci si riflette un po' su, come per esempio il personaggio di Lucy stessa, da ragazza inutile a strafiga che prende a calci in culo chiunque. Il cervello umano ha delle barriere, o meglio, siamo noi a porcele; superare queste barriere aumenta la nostra conoscenza e la consapevolezza in noi stessi. Ma la conoscenza ci fa perdere l'umanità, diventa una corsa contro il tempo per riuscire ad assimilare più di quel che possiamo naturalmente comprendere prima di svanire nel nulla. Quant'è poetico, eh? Non reputo il senso del film banale, e nemmeno l'azione frenetica in cui si susseguono le azioni, perché in fin dei conti Lucy è uno di quei film che una volta finito ti fa venir voglia di vederlo e rivederlo ancora, o almeno è stato così per me! Il finale stesso, in cui Lucy si trasforma in un super-computer una volta raggiunto il suo potenziale massimo, rende perfettamente l'idea: viene esplorato l'Universo, e tutto resta affascinante, stupendo, ma non rimane sul banale; di punto vediamo la materia, l'anti-materia, e tante altre cose cui non si riesce bene a comprendere. Ci mostra la natura stessa dell'Universo, composto da caos e ordine, Lucy ne scoprirà i segreti e li lascerà all'umanità. A noi non c'è dato sapere. Il ché è anche logico, però la sensazione di vuoto, di fame di conoscenza che lascia alla fine del film è incommensurabile. Bello. Mi è troppo piaciuto. Passando al cast, al di là ora che a me la Johansson proprio non piace e son un po' stufo di vedere Morgan Freeman incatenato nel solito ruolo da scienziato/intelligentone/saggio/Dio, il cast non è per niente male, i personaggi seppur caratterizzati pochissimo, non toglie nulla al resto del film, anche perché alla fine gira tutto intorno a Lucy, duh.

In definitiva, Luc Besson a mio avviso ha fatto proprio un bel colpo. In un periodo in cui spopolano al cinema supereroi e i cinecomics, ci ha regalato un film che è proprio un misto tra i due. Un po' supereroe e un po' fumetto, Lucy ci dimostra che le idee originali possono ancora rivelarsi, adattarsi al cinema con gli standard di adesso (quello dei cinecomics, appunto). E, ovviamente, apre la strada a un altro supereroe dei fumetti, che personalmente adoro, e che ha un paio di similitudini con Lucy; sto parlando di Painkiller Jane, la cui regia verrà affidata alle gemelle Soska. Ma questa è un'altra storia. Chiudiamo come si deve: stanchi dell'ennesimo supereroe targato Marvel, con film che in fin dei conti, sono solo pugni volanti e poca consistenza? Lucy di Luc Besson vi regalerà emozioni e riuscirà nell'intento di farvi uscire dal cinema con la mente affamata di conoscenza.


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