Era il mese di maggio quando recensii i primi due capitoli di V/H/S.
Quella volta ne parlai veramente bene, anzi sebbene non mi entusiasmò il secondo capitolo, riuscii in qualche modo ad apprezzarlo, tant'è che espressi il desiderio di vederne altri, comparandolo ed elogiandolo per originalità ad altre saghe horror di successo. Ne avrei voluto vedere una serie, ebbene è uscito il terzo film, e già mi sono ricreduto.
Andando per gradi, riassumiamo il tutto? V/H/S: Viral non ripercorre le vicende come i due precedenti film, o meglio, abbandonato il tema delle cassette su V/H/S stavolta hanno prediletto il digitale, e in un susseguirsi di uccisioni caotiche in giro per la città, i vari cortometraggi vengono trasmessi in maniera virale su ogni cellulare della città, quasi come a fare una critica sulla società di massa che, di fronte a un evento drammatico, preferisce filmare il tutto anziché intervenire, quasi come una sorta di voyeurismo macabro. I cortometraggi, per l'appunto, questa volta ne son veramente pochi, ne contiamo tre in tutto: Dante the Great, Parallel Monsters e Bonestorm. Il primo, narra di un mago e del suo "mantello magico" posseduto da un'entità maligna che divora le sue assistenti; girato interamente come se fosse un documentario, inizialmente può risultare anche carino e originale. Ma tutto scade sul finale, quando il documentario stesso diventa una ripresa diretta in cui il senso stesso di mockumentary va a farsi fottere grazie al continuo stacco delle riprese. Perché la troupe continua a riprendere? E com'è che c'è addirittura una colonna sonora in sottofondo? Mistero. Il secondo corto, invece, ci parla di un bizzarro "scambio di mondi": un tipo costruisce nel suo scantinato un macchinario che apre un varco in una realtà parallela (LOL) dove si scambia col suo opposto solo per farsi ammazzare la moglie mentre dall'altra parte trova una società al rovescio dove la gente ha dei peni antropomorfi tra le gambe. E con questa, stendiamo un velo pietoso, che per quanto di base l'idea è caruccia e divertente, si poteva fare di meglio. Il terzo e ultimo episodio è interamente girato con delle Gopro attaccate ai caschi di ragazzini che si dilettano a fare skate. L'episodio più brutto di tutti perché privo di ogni significato e logica di base, dove anche se l'idea sarebbe potuta svilupparsi meglio perché -e qui bisogna dirlo- il trucco dei demoni è veramente fatto bene, il tutto scade per vari motivi: introduzione lunghissima e pressoché inutile, facce di cazzo dei protagonisti inespressivi sulla quale le riprese si soffermano fin troppo tempo, dialoghi veramente scemi e personaggi che alla vista di mostri, anziché scappare attraverso vie di fughe liberissime, si divertono a uccidere i mostri.
Ora, sembra ci stia prendendo gusto a recensire film brutti, il fatto è che avrei benissimo evitato perché no, non sono in un periodo apatico, semplicemente quest'ultimo V/H/S non ha niente di interessante, ha delle idee che potrebbero anche andare bene, ma sono sviluppate così male che potrebbero piacere soltanto a chi ama vedere film senza seguire la sceneggiatura. E a proposito di sceneggiatura, l'episodio che trascina l'intero film è scritto e diretto da Marcel Sarmiento, lo stesso di Deadgirl, altro film che ho lodato un bel po' di tempo fa; sceneggiatore che, in un'intervista rilasciata addirittura prima di avergli affidato V/H/S: Viral dichiarò che per lui i mockumentary sono sì spettacolari, ma hanno stancato. E questo la dice tutta su quanta voglia e quale spirito ci abbiano messo nella realizzazione di ques'ultimo capitolo. Insomma, terzo capitolo lasciato al caso, sviluppato completamente male, ma così male che anche i titoli di coda son stati orribili.
E non credo che debba aggiungere altro.