domenica 4 settembre 2016


A volte le migliori idee sono quelle che ricevono poche attenzioni.
Il film di cui andrò a parlare in questa recensione è un caso speciale: Clinger è un film che ha alla base un'idea interessante ma sviluppata discretamente e concepita molto male. Scritto da tre autori emergenti (Chennisi, Steves e Bubba Fish) e diretto da Michael Steves che esordisce con il suo primo lungometraggio, Clinger non è altro che una semplice commedia horror del 2012 che ha come tema l'adolescenza e l'approccio verso la propria emancipazione, soffermandosi maggiormente sui primi amori adolescenziali.

Fern è una adolescente all'ultimo anno del liceo con le idee ben chiare sul suo futuro: vincere una borsa di studio per poter entrare all'MIT. Durante uno dei suoi allenamenti, conosce Robert, un ragazzo dolce e gentile con la passione della musica: è amore a prima vista per entrambi e i due decidono di mettersi assieme diventando, di fatto, il loro reciproco primo amore. Tuttavia, l'attitudine di Robert, possessivo e decisamente troppo melense (al punto da festeggiare anche un avversario settimanale!), portano ad un allontanamento da parte di Fern che decide di rompere il suo rapporto con lui ma nel momento in cui lo fa, Robert si distrae e finisce decapitato accidentalmente. Fern viene colta dal senso di colpa ma in qualche modo riesce a percepire la sua presenza e quando viene a scoprire che Robert è diventato un love ghost (fantasmi che si rifiutano di attraversare l'aldilà perché mossi da un forte sentimento d'amore) lo evoca e da lì il fantasma la perseguiterà con la stessa gelosia e possessività che aveva in vita.

Il film, di base, è veramente molto leggero ma si sviluppa su un'idea abbastanza interessante e con un messaggio finale non convenzionale: il cosiddetto primo amore non esiste, le persone passionali sono egoiste e il miglior approccio nel periodo adolescenziale non è una vera e propria relazione ma "uscire e divertirsi". Al diavolo quindi l'idea che l'amore deve vincere e si va avanti per innamorarsi ancora una volta, eccetera. Questo è un aspetto che alla fine del film si riesce a percepire e, seppure sia un concetto abbastanza scontato e privo di originalità, ci può stare. Ma Clinger presenta numerosi punti deboli e il primo in assoluto è la mancanza di creatività sul come sviluppare l'intera storia muovendosi su quelle basi premesse in partenza. Non è mia intenzione distruggere completamente la pellicola, il film è tutto sommato divertente, ha parecchie trovate che fanno sorridere ed è un film godibile che, sì, riesce a far ridere, però è abbastanza chiara e trasparente la difficoltà di muoversi su quel filo narrativo adottato e se ne sente maggiormente durante la sequenza finale dove vivi e fantasmi si battagliano con armi fantascientifiche. Fa storcere il naso, non è di peso perché fortunatamente c'è dell'ironia di contorno e ciò che accade non viene messo in secondo piano dal punto di vista dello spettatore, ridicolizzando anche quanto stia accadendo a chi, di fatto, non riesce a vedere i fantasmi, ma ugualmente è una sequenza buttata un po' a caso. Se da un lato questa scelta può essere ugualmente presa come originale per tentare qualcosa di differente, dal mio punto di vista c'è una forzatura che spezza la narrazione di per sé. Passino i pupazzetti posseduti, ma poi...

Un altro aspetto da non sottovalutare è la cura per la pellicola. Ribadisco come il film segni il debutto in un lungometraggio del regista Michael Steves che in un certo senso giustifica (ma fino a un certo punto) certi errori. Innanzitutto, una fotografia poco curata, sequenze comiche un po' troppo lunghe al punto da far percepire il momento in cui si dovrebbe ridere tipo 30 secondi prima e alcuni errori di scena abbastanza evidenti. Anche la scelta degli attori è abbastanza casuale, con quasi tutti che proprio non ce la fanno a entrare nella parte, a differenza dei due protagonisti (Vincent Martella e Jennifer Laporte). Inoltre, la mancanza di caratteristi è un errore in quanto in questo film ci sarebbe stata bene un po' di eccentricità in più, un personaggio sullo stile di F'resnel in Hell Baby, interpretato da Keegan-Michael Key. Ma questo è più un parere personale. Una piccola nota sulla scelta della colonna sonora, dico solo che alcuni brani sembrano usciti da uno spot di qualche barretta energetica.

In definitiva, come riassumo Clinger?
Personalmente mi è piaciuto, nonostante presenti degli errori abbastanza evidenti, una poca cura a livello registico e di sceneggiatura dettata dall'evidente mancanza di esperienza da parte della troupe. Però tutto sommato, le battute ci sono, il film riesce a far ridere nonostante alcune sequenze sono buttate un po' a caso. E questo, a mio parere, è importante. Lo consiglio, ma con la consapevolezza che non si sta guardando un film realizzato bene. Senza alcuna pretesa e a mente libera, si può anche guardare. Ah, il film non è mai stato distribuito in Italia, quindi se qualcuno ha provato a guardarlo, mi faccia sapere nei commenti!

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