È grazie a Batman che ho cominciato a leggere in maniera più assidua i fumetti. Grazie alle sue storie, ho avuto modo di avvicinarmi ai supereroi, all'Universo DC di cui sono tanto appassionato. E di Batman ho letto parecchio. Così tanto che dopo un po', mi ha stufato. Perché credo che con Batman sia stato fatto tutto: è stato un vampiro, una Lanterna Verde, Superman stesso, è stato un Cavaliere della Tavola Rotonda, un viaggiatore spaziale. Ancora, è stato spezzato, è morto, è tornato dalla morte e ha viaggiato nel tempo... insomma. Che cosa non è stato fatto con Batman? Quando ho visto che la DC avrebbe pubblicato Batman: Europa mi si è accesa la curiosità: un Batman fuori non solo dalla sua Gotham ma addirittura oltreoceano! Una speranza di poter leggere qualcosa di differente, di nuovo, scritto nientemeno che da un autore nostrano, Matteo Casali accompagnato dai layout (e dai disegni, per un capitolo) di Giuseppe Camuncoli. Ebbene, la mia speranza di leggere qualcosa di interessante, bello e soprattutto di nuovo non è stata affatto accontentata. Batman: Europa è un fumetto anonimo, che non racconta nulla di nuovo e che ha la sfortuna di avere una grossa somiglianza con Batman: Arkham City.
Ma andiamo per gradi e ricordiamo sempre che i gusti personali non si discutono.
Non parliamo di soggettività, però, su quanto affermato poc'anzi: Europa è praticamente Arkham City, con le dovute e ovvie differenze, ma la sostanza è praticamente quella: Batman e Joker sono affetti da un virus e sono costretti a collaborare per trovare una cura. In Arkham City, era Joker a iniettare il suo sangue nel corpo di Batman costringendolo a cercare una cura per lui mentre qui i due sono stati semplicemente manipolati da un misterioso nemico che, alla fine, si rivelerà essere un volto noto a noi lettori. La storia è abbastanza semplice, Batman e Joker viaggiano per l'Europa alla ricerca di una cura, visitando Berlino, Praga, Parigi e Roma. Alla fine, una volta scoperto l'identità del villain e delle sue motivazioni, sono rimasto come un fesso in quanto, a mio avviso, non ha il benché minimo senso per quel nemico agire in quel determinato modo per dimostrare ciò che voleva dimostrare. A discapito di quello che vuole essere l'opera completa, Europa, preso a sé stante è una storia scialba, povera, che si regge a malapena e che, soprattutto, non racconta nulla di nuovo né tanto meno riesce ad aggiungere un aspetto interessante alla narrazione.
Una narrazione che mi aspettavo ruotasse attorno ad un Batman in terra straniera, in una città che non fosse sua, totalmente spaesato ed indebolito... e invece no. Ogni numero, ambientato in una città differente, è semplicemente una guida turistica e contrappone quanto accade ai due protagonisti/rivali ad un paragone storico riguardo la città in questione. In maniera molto boriosa, aggiungerei. Volendo essere buoni, potrebbe anche risultare un'opera interessante da un punto di vista artistico in quanto è sicuramente ben curato sia per i disegnatori coinvolti che per l'impaginazione, basti guardare l'impaginazione alla francese nella storia ambientata a Parigi (con dei disegni, che almeno a mio avviso, fanno venire soltanto il mal d'occhio, secondo me le qualità di Latorre sono andate sprecate per quel tipo di layout) ma manca una narrazione solida. In sostanza Batman: Europa è debole, è noioso e ad un lettore casuale può risultare anche pesante in quanto ha la pretenziosità (apparente?) di voler essere un fumetto per "palati fini". Forse io non avrò un palato fine, ma a me ha assolutamente annoiato e i dialoghi, fin troppo articolati per i miei gusti, hanno reso la lettura addirittura pesante.
Insomma, in poche parole, boccio completamente Batman: Europa in quanto lo reputo una guida turistica e non un fumetto e perché, nonostante le basi veramente interessanti, non ha sostanza. L'unico tema "Batmaniano" che affronta è il solito trito e ritrito rapporto tra Batman e Joker e di come uno possa sopravvivere solo grazie all'altro. Emozioni zero, noia tanta. Se volete comprarlo, spero che voi abbiate un palato più fine del mio.