sabato 2 dicembre 2017



Dopo mesi di silenzio, dovuta anche agli impegni portati dalla sponsorizzazione del mio libro (nel caso ve lo foste perso), torno a parlare di film horror tra le pagine dell'Oblivion Bar.
Seppur nei mesi passati non ho disdegnato l'interesse verso film più a portata di mano, come The Bye Bye Man o Auguri per la tua morte, la mia attenzione ricade sempre verso quei film apparentemente di nicchia, dico apparente perché Verónica tanto di nicchia non è, o almeno trovati un po' a caso e non distribuiti in Italia.
Il film di cui andrò a parlare oggi è di origine spagnola, scritto e diretto da Paco Plaza, conosciuto dai più per la trilogia di [REC] e, diciamocelo, già affermato regista di qualità. Come al solito, la mia recensione non vuole essere troppo pretenziosa - ribadiamo che sono le opinioni di un semplice appassionato e non di un cinefilo con vasta conoscenza del settore. Chiarito questo, passiamo alla consueta presentazione della pellicola.

Il film si apre con la premessa che i fatti narrati sono tratti da una storia vera, almeno secondo il rapporto di un ispettore incaricato ad indagare ad uno dei misteriosi omicidi avvenuti nel 1991 in un quartiere di Madrid. Verónica è una quindicenne che vive sola con le sue due sorelle gemelle e il fratello minore, cui accudisce in quanto la madre è perennemente occupata a lavorare nel bar di sua gestione. Durante una giornata di scuola, all'insaputa delle suore, organizza con le sue amiche una sessione spiritica con una tavola Ouija per parlare con il suo padre, deceduto anni prima, ma qualcosa va storto ed evocano una oscura presenza che s'insidierà nella vita di Verónica.

Detto così, sembra la tipica trama scontata, trita e ritrita nel genere horror.
Forse un po' lo è, ma Verónica sa bene distinguersi dalla massa innanzitutto per una regia impeccabile e ben curata, così come la fotografia, e da un cast sì composto da ragazzine alcune addirittura al loro debutto, ma veramente capaci (soprattutto una delle due gemelle, nella scena finale... da brividi). Ma il punto di forza di Verónica qual è, a mio avviso? Il fulcro centrale della narrazione, il non soffermarsi alla semplicistica visione "ragazzine vivono con degli spiriti nella casa/t'oh, un jumpscare", ma il volersi soffermare sull'aspetto psicologico della protagonista. Qui mi verrebbe da spoilerare il finale, ma no... non lo farò, sebbene abbia una gran voglia di parlarne.

In definitiva.
Verónica è un film horror che fa onore al genere. Ben strutturato, anche se con qualche pecca di esecuzione nel finale (ahimè, non è perfetto) ma una introspezione psicologica che salva l'intero lavoro, rendendolo interessante, nonché coinvolgente sia perché i personaggi sono scritti veramente bene, sia grazie alle eccellenti interpretazioni degli attori coinvolti. Verónica, in sostanza, parla dei deliri adolescenziali di una quindicenne intrappolata in un mondo di fantasia perché non ancora cresciuta del tutto, indicherei anche una sottile critica sociale che sono riuscito a ricondurre solo grazie ad una intervista fatta al regista che, anziché riportare, preferisco rimandare al link.

Un 2017 più che buono per l'horror, che di base è un genere abbastanza bistrattato, ma che grazie a registi come in questo caso Paco Plaza, si sta riscattando a dovere. L'horror visto da un'ottica più introspettiva, interiorizzato, che tratta il paranormale non come banalissimo espediente per regalare jumpscare gratuiti ma per narrare effettivamente qualcosa (qui il passaggio all'età adolescenziale) è il genere di horror che a me piace e di cui penso la cinematografia abbia bisogno. Più volte ci siamo ritrovati davanti a film horror che sanno spaventare, addirittura anche risultare divertenti, ma film che raccontano qualcosa negli ultimi tempi sembravano davvero essere rari.

Se dovessi dare un voto a Veronica, darei un 8/10 perché penalizzato da un finale che, secondo me, è stato eseguito male nonostante fosse azzeccato e sensato. Un peccato, perché per me sarebbe stato un 10 pieno. Consigliatissimo, da vedere agli appassionati del genere sicuramente, allo spettatore occasionale sperando non sia tra quelli così esigenti da non sapere neanche quali siano le proprie esigenze.