venerdì 29 luglio 2016



Oggi parlerò del film che è stato criticato ancor prima che venisse girato.
Ghostbusters, film diretto da Paul Fieg, è l'ennesimo reboot americano di un titolo cult e acclamato dalla folla. Non richiesto e non desiderato. Ma se per i remake di film cult come Dirty Dancing, Atto di Forza e RoboCop le critiche sono state quanto meno una mera voce di protesta, per Ghosbusters è stata una vera e propria campagna di odio, arrivando addirittura al tentativo di boicottaggio. Questo perché Ghosbusters non è soltanto un film cult ma una autentica perla entrata a far parte della cultura pop di un'intera generazione che non si possono definire semplici amanti di film ma "fan". La differenza sta appunto qui, Ghostbusters ha una fanbase. E le fanbase sono l'equivalente delle sette sataniche. Sono il male puro. E la fanbase di Ghostbusters ha veramente esagerato, comportandosi come se qualcuno avesse preso il loro filmino delle vacanze migliori della propria vita per registrarci su una puntata di Porta a Porta. Qualcuno spieghi a questa gente che non si può "rovinare un film" e che le nuove generazioni non riconosceranno per forza Ghostbusters solo come il reboot di Fieg fin quando saranno in grado di poter accedere al film originale e farsi un'opinione propria. Dementi, ecco cosa sono. Ma sia chiaro, anche io ho storto un po' il naso, alla notizia che Ghostbusters avrebbe avuto un reboot ma, da persona intelligente, non me la sono affatto presa. D'altronde come fanno a "rovinare" un film già fatto? Ora, a prescindere da questo discorso iniziale che secondo me è sacrosanto, tratterò questa recensione nella maniera più obiettiva possibile, senza spingermi in elogi solo per andare controcorrente. Primo, ne parlerò basandomi sui più puri gusti personali, infine ci sarà l'obbligato paragone al film originale di Ivan Reitman. E non temete, Ghostbusters è il mio film preferito in assoluto.

Qui di solito è dove scrivo la sinossi o un breve riassunto del film. Eviterò di farlo, stavolta. I trailer nel 2016 ci spoilerano già tanto e preferisco davvero non parlare della storia di per sé, ma tanto alla sua funzionalità. Come già sappiamo, i 4 scienziati protagonisti sono diventati 4 scienziate. Personaggi un po' eccentrici, sopra le righe, amanti del paranormale e che dedicano la loro conoscenza in campo scientifico per trovare un metodo per catturare fantasmi e imprigionarli. Il cattivo principale, seguendo il filone narrativo generato dai supereroi, non è altro che una sorta di riflesso degli eroi principali, creato da loro (involontariamente) ed esatto opposto di ciò che rappresentano. Idea non convenzionale, visto che le due pellicole originali preferirono prendere strade molto diverse ma, a parer mio, questa scelta è caratteristica e funzionale al tentativo di differenziare il film da quello dell'84, cercando di proporre qualcosa di più originale piuttosto che un rip-off. Ma il vero punto su cui si focalizza il film di Fieg, sono i personaggi i quali sono tutti caratterizzati ognuna in maniera differente e devo dire anche ben curati, partendo dalle protagoniste per arrivare al cattivo e ai comprimari. Come già detto, sono molto caricaturali e sopra le righe, a tratti sfiorando anche il ridicolo ma a mio parere per certi aspetti è penalizzato da un doppiaggio sì buono, ma per alcune scelte esagerato al punto da risultare ridicolo (anni di esperienza guardando film in lingua originale insegnano). Dei personaggi, tuttavia, parleremo più avanti, torniamo alla storia. Questa procede spedita, è frenetica, passa da una scena all'altra con degli stacchi tremendi tipici da commediucola americana anni 2000 e presenta alcuni buchi di sceneggiatura (non che il film di Reitman non ne abbia, eh), salvo poi riprendersi con alcune scelte che, se lì per lì risultano un po' fine a sé stesse o che ci danno l'impressione che si possa arrivare a chissà quali obbrobri cinematografici, con l'avanzare del film diventano anch'esse funzionali. Numerose scelte appaiono discutibili ma per la finalità la loro struttura ha delle solide basi. Bella l'idea dell'invasione dei fantasmi come avvenuta nel primo film (ed è proprio ciò che avrei voluto vedere nel primo film - e l'avrebbero fatto se all'epoca ci fossero stati i mezzi) e il "mostro finale" da sconfiggere. Idee carine, a volte un po' esagerate, ma divertenti nel complesso.


Divertente. Ciò che questo Ghostbusters tenta di fare è per l'appunto essere divertente. E ci riesce, alcune volte... altre volte proprio no. Non siamo davanti alla comicità brillante e spiccata del film del 1984 ma ha i suoi momenti di battute geniali... e alcuni proprio da comicità bassa, frivola, inutile e patetica. Soprattutto quelle incentrate sul personaggio di Erin (interpretata da Kristen Wiig). La scena d'apertura del film, quella con Kristen Wiig, è l'esempio di comicità bassa di cui parlo. E fortunatamente non ce n'è troppa. Al contrario, alcune trovate risultano essere geniali, sia a livello di comicità "scenica" che di battute vere e proprie. In poche parole, alla domanda "questo film diverte?" io ci piazzo un bel sì, andando a specificare che, purtroppo, ha quei momenti veramente bassi... che magari a qualcuno possono anche piacere, è sempre questione di gusti.

I personaggi.
Argomento che andrebbe veramente approfondito e che cercherò di trattare sinteticamente. Non c'è bisogno di ribadire per la terza volta come sono caratterizzati i personaggi, ho paura di ripetermi. Partiamo, dunque dalle protagoniste, Tra le quattro Acchiappafantasmi, Erin Gilbert interpretata da Kristen Wiig è il personaggio che meno mi è piaciuto, a tratti l'ho trovata odiosa anche perché protagonista di quelle scene frivole di cui sopra. E frivolo è il suo personaggio, il quale per carità funziona e certe volte riesce anche a far sorridere, quindi diciamo pure che l'antipatia sia dovuta più da un gusto personale perché in quanto a caratterizzazione, è un buon personaggio che svolge il suo ruolo servendo al suo scopo. Melissa McCarhy interpreta invece Abby Yates, il vero spirito degli acchiappafantasmi e quello che sembrerebbe esserne il leader (la sua figura rimanda una figura del genere, ma approfondiremo questo aspetto tra qualche riga). Il guaio della McCarthy è che interpreta sempre lo stesso ruolo: donna cazzuta, indipendente e con un lato comico che è praticamente sempre lo stesso. Se vi piace la McCarthy e i ruoli che interpreta andate proprio sul sicuro. Kate McKinnon è invece Jillian Holtzmann, il personaggio sicuramente meglio riuscito tra tutte, la più bizzarra tra le quattro: caratteristica, dal look accattivante e un po' 'anarchico'. Infine, la quota nera dei Ghostbusters, Patty Tolan interpretata da Leslie Jones. Esterna al gruppo così come lo fu Ernie Hudson nel primo film, qui viene introdotta dandole un senso. Non come un personaggio di ripiego, giusto per raggiungere il quarto membro, ma funzionale al gruppo e anch'essa con una personalità ben distinta dalle altre e decisamente divertente. Il bello di queste quattro protagoniste, è che hanno tutte un background diverso, differenziandosi tra loro sia a livello visivo che di personalità, restando ugualmente ognuna sullo stesso livello. Quindi, sebbene il personaggio di Abby dia l'impressione di essere il leader, questo non è proprio vero in quanto ognuna svolge il suo ruolo univocamente alle altre, senza gerarchie o 'preferenze'. Cosa intendo dire con 'preferenze' è che reputo sia difficile trattare un film con un gruppo di singoli personaggi; spesso e volentieri si cade nella forzata caratterizzazione maggiore di un solo personaggio, al massimo due. Qui non succede, non c'è quella preferenza, le quattro protagoniste sono caratterizzate in modo tale da dare veramente l'impressione di avere a che fare con un gruppo di persone ed è molto facile affezionarsi ad una di esse (io l'ho fatto con Holtz, per dire). Il bello, è che questo discorso si può applicare anche ai comprimari, su tutti forse spicca il personaggio interpretato da Chris Hemsworth, il quale ogni volta che appare è una scena esilarante di sicuro. Infine, il cattivo è interpretato da Neil Casey, un personaggio che nasce in funzione delle protagoniste e che, sebbene sia approfondito poco e mosso da motivazioni un po' discutibili (che, a loro volta, rimandano però al primo film - ricordatevene), anch'esso risulta caratterizzato alla stregua dei protagonisti. Senza il rischio di affezionarsi, ovviamente.

Ad ogni modo, tutto questo parlare di caratterizzazione dei personaggi, ho a malapena accennato i background di questi. Ma non è stata una svista, questi sono appena accennati durante il film, viene ugualmente mostrato un po' del loro passato o una parte più emotiva e fragile, tentando di dare un po' di spessore in più a questi. E funziona ugualmente. Il film si incentra sull'amicizia tra quattro donne ed in funzione di questo, è perfettamente coerente. Detto ciò, passiamo all'argomento scottante.

Paragone col primo film e le critiche su internet.
Partiamo col dire che questo Ghostbusters non tenta di demolire in alcun modo la pellicola originale. Lo omaggia in diversi modi, a partire dai diversi cameo (manca giusto quello di Rick Moranis, ma lui ha deciso da tempo di abbandonare il cinema) a dei veri e propri rimandi al film originale. E questi richiami sono anche spoilerati dai vari trailer ma vi assicuro che ce ne sono anche altri, anche provenienti dalla serie animata, The Real Ghostbusters, di cui molti ignorano il fatto che quella serie ha influenzato parecchio il franchise degli Acchiappafantasmi. Il film di per sè non vuole nemmeno essere un mero e patetico rifacimento, anzi: è un film nuovo, i personaggi non rispecchiano nemmeno le loro controparti maschili e la storia è originale. Un rifacimento che non manca di rispetto al film originale. E mi chiedo perché diavolo la gente non comprende questo, muovendo critiche distruttive mosse a posteriori, senza nemmeno aver visto il film. Ora, partiamo dal presupposto che questo possa anche risultare brutto, i gusti non si discutono mai, ma la pubblicità negativa ne influenza il giudizio e questa cosa mi manda in bestia, sul serio. Questo perché tra commenti sui social e nelle riviste di settore, non si parla mai di un reboot di Ghostbusters preso come film a parte. Sempre e solo in funzione del film con Reitman. Da una parte c'è chi avrebbe accettato un terzo film se si fosse usato il cast originale - ma di un terzo film se ne era discusso anche quando Harold Ramis era in vita. Non era fattibile, non volevano. E da lì, i due per accontentare i fan, scrissero uno script per un videogioco (e che videogioco, direi). Ma tornando a noi, è vero che tutti abbiamo diritto di critica, ma c'è un limite a tutto. Innanzitutto quelle che si muovono su delle basi ad argomentazioni scontate e non approfondite, per fare un esempio, quelle che "vogliono solo far soldi sfruttando un film di successo rendendolo un franchise". Senza pensare che quando fecero The Real Ghostbusters c'era lo stesso movimento di marketing, alle spalle. Ghostbusters è da sempre stato un franchise e da sempre lo hanno rilanciato, con serie animate e soprattutto a fumetti. Andiamo, siamo della stessa generazione, non vi siete mai incazzati con gli Extreme Ghostbusters. Stiamo parlando di mantenere in vita un franchise, perché Ghostbusters è una macchina che fa soldi e fare soldi è quello che vogliono tutti (non siamo patetici e ipocriti, è così per tutti) e a maggior ragione, quando un rifacimento è effettuato in maniera creativa e risulta avere una personalità tutta sua, il discorso "che schifo vogliono solo fare soldi" è opinabile. Non regge perché alla base c'è soltanto l'idea di dare un parere fuori dal coro, da finto purista. Qui non discutiamo della scelta o meno di creare un reboot, nemmeno le critiche della mancanza di idee, riciclando idee già fatte, può reggere. Il cinema americano è pieno di soggetti tratti da romanzi e, il più delle volte, da film realizzati dagli anni '30 in poi.

Preso coscienza di ciò, ricordiamoci che ciò che conta nelle critiche sono i gusti personali.
Il film vi può anche fare schifo e quello con Ivan Reitman è insuperabile perché ancora oggi, film con quella semplicità non se ne fanno più, per un pubblico di massa. Ma se un remake/reboot è realizzato bene riuscendo a mantenere in vita un franchise permettendo alle nuove generazioni di conoscerlo e, in futuro, approfondendolo, fidatevi che non c'è proprio niente di male. Soprattutto precisando, ancora una volta, che Paul Fieg ha fatto di tutto per mostrare il dovuto rispetto alla pellicola originale.

In definitiva.
Ghostbusters è un film imperfetto, ma tutto sommato fatto bene. Diverte e si lascia guardare, è cinema d'intrattenimento e niente più. Purtroppo, pesa il giudizio della fanbase che, diciamocelo, rompe il cazzo. Ho visto muovere critiche che non stanno né in cielo né in terra, mosse dal puro hating. Uno di questi, e sono critiche mosse dopo l'uscita del film, provengono da movimenti anti-sessisti: l'arma con cui le Ghostbusters catturano i fantasmi hanno forma fallica. Sessimo. Maschilismo.

Anche io sono anti-sessista, ma queste critiche sono ridicole.
Guardatevi il film a cuor leggero e godetevelo, che è un buon film.


lunedì 11 luglio 2016



Era oramai abitudine la consueta Colazione da Bruno, ma in una calda giornata d'estate, io e Marcello - alla disperata ricerca di un film da guardare - abbiamo deciso di creare una sorta di spin-off. Non una colazione né tantomeno la consueta maratona (o merdatona, che è più appropriata) ma una sveltina. Tanto il titolo scelto, alla fine, era come se l'avessimo già visto. Scelto quindi il peggior film, armati di estathé (al limone, per evitare stimoli raccapriccianti) ci siamo cimentati nella visione de Nella terra dei cannibali. Qui il Maestro Mattei ha deciso di firmarsi non col suo vero nome, nemmeno come Vincent Dawn, ma come Martin Miller. Come mai questa scelta? Non è che il Maestro abbia avuto vergogna di affiancare il suo nome e/o pseudonimo ad un film che è praticamente Mondo Cannibale, altro capolavoro della merda sempre di sua creazione (e già recensito nel primo 'numero')? Può essere. Perché no. In realtà Wikipedia riporta: Questo film è stato realizzato contemporaneamente a Mondo cannibale, un altro direct-to-video sempre con lo stesso cast artistico di attori e troupe. Il film principale è Nella terra dei cannibali. Mondo cannibale è stato girato con scene avanzate da questo film. Con queste premesse, andiamo ad analizzare Nella terra dei Cannibali, senza lasciarci confondere che -sebbene il film riporti questo titolo!- nei titoli iniziali ritroviamo Nella terra della morte.

Il cast in tutto il suo inutile splendore                        Romero e la sua pipa di vimini

Il film inizia alla grande: un elicottero sta atterrando e i protagonisti ci vengono presentati sin da subito. Uscendo dall'elicottero uno ad uno facendo facce sceme. In realtà interpretano (male) i loro stereotipi tra cui la latino-americana cazzuta e l'imbecille di turno col fisico che non può fare neanche il bagnino - la cosa bella è che dovrebbero essere tutti militari. Il tutto incorniciato da una telecamera con l'obiettivo sporcato da piccole gocce d'acqua e una colonna sonora azzeccatissima se si fosse trattato di un film ambientato in Irlanda con protagonisti dei Leprecauni. Un buon inizio per un film di Mattei! La scena si sposta poi su di un dialogo tra il capo militare, un pelato con una vaga somiglianza a Mastro Lindo ed espressivo quanto un attore porno, e... boh, qualcuno del governo locale, un asiatico in Amazzonia. Un dialogo molto intenso che ci introduce direttamente nel vivo della trama e che ha come apice la battuta ad effetto "In Amazzonia, con la sua carta bianca, mio caro tenente, ci si può pulire solo il culo!". La scena di per sé è ridicola anche senza questa perla, tipo bere una birra e sputarla affermando che fa schifo, scene che nemmeno io nei miei filmetti che giravo a 15 anni inserivo. Durante tutto il film l'azione è abbastanza confusa, sappiamo che questi soldati devono recuperare una squadra data per dispersa prendendosi come guida Romero, lo stesso scienziato apparso in Mondo Cannibale, o quanto meno lo stesso personaggio e attore.Una volta ritrovati i cadaveri della squadra, la missione risulta essere conclusa, salvo poi uscirsene totalmente a caso con "Sì, ma dov'è finita Sara Hudson?", personaggio mai nominato in 50 minuti di film e incontrata subito dopo averla nominata nello stesso posto in cui erano stati fino a metà film. 'Fanculo la logica e i nostri personaggi, tra espressività di un tronco d'albero, battute inutili (Della legge della giungla non ci capisco un'acca!) e battute formulate male come "Meglio una pallottola in testa che una freccia al curaro" (voglio conoscere chi ha scritto i dialoghi e dargli un libro di grammatica), il film prosegue tra scene di cannibalismo a caso, con i cannibali caratterizzati da inutili cerchi bianchi sul culo e su tutta la pelle (compreso un simbolo dell'uguale sulla pancia del capo tribù), musiche pseudo-tribali per arrivare poi ad un finale amaro. Che più che amaro diventa un finale del cazzo perché sviluppato male ma io mi chiedo perché stia ancora qui a ribadirlo, stiamo parlando di Bruno Mattei!

Ad ogni modo, il film presenta una scena particolare come l'uccisione di un vero maialino - scena inutile che si potevano risparmiare (un rimando a Cannibal Holocaust, forse? io m'offenderei) anche perché non risulta nemmeno chissà poi quanto cruenta o d'impatto. Solo violenza inutile e fine a sé stessa. Insomma, Mattei manda al diavolo la benché minima speranza di avere almeno un briciolo di particolarità. Immancabili, poi, le scene prese da vari documentari ed alcune riprese già usate in Mondo Cannibale, le quali si notano in quanto il filtro utilizzato nelle riprese cambia a vista d'occhio. Ed è proprio nell'aspetto tecnico che Bruno Mattei fa veramente più pena. Capisaldi del trash possono almeno starsene in piedi perché presentano una buona regia a discapito di una sceneggiatura fatta a cazzo di cane [Renè Ferretti docet]. Mattei/Dawn/Miller invece no. Fa schifo in tutto! Dalla scelta del cast, all'aspetto tecnico come regia, sonoro, TUTTO. Faccio prima a dire tutto. Le scene danno proprio l'impressione che siano state girate lì sul momento, non hanno la benché minima costruzione, i personaggi non sono strutturati (anche se c'è un tentativo riuscito male con la pseudo-latina) e soprattutto sono montate male. Particolari che non sono visibili ad occhio esperto, anche un bambino potrebbe notarli!


In conclusione.
Colonna sonora 10/10: come già detto, il film si apre con una ballata irlandese, ma non è che il resto sia poi recuperabile. Musiche inappropriate alle scene mostrate, alcune volte addirittura sovrapposte!
Attori cani: incapaci anche di vomitare. L'unica a non aver mai guardato in camera è una scimmia.
Dialoghi da terza elementare: "Non ho tempo di sanguinare!" - "Carramba!"
Scene stupide: cadaveri appesi a testa giù, altri morti da anni ma spacciati come se fossero morti un mese prima. Gli unici esperti della giungla sono gli unici che continuano a cadere. Cibo in scatola cucinato con tutta la scatola, eccetera eccetera.
Regia pessima: così come il resto.
Un film che non ha badato a spese: hanno chiaramente risparmiato su un detersivo per pulire l'obiettivo della telecamera, in più il reparto costumi è veramente, ma veramente povero. Almeno su quello, per quanto fossero coloriti e risultassero stupidi, nei precedenti lavori di Mattei c'era almeno una cura minima! Cioè, per i suoi standard...

Insomma, il film più brutto di Mattei.