Anno nuovo, stesso blog.
Al momento in cui scrivo questo post, il 2016 è iniziato da ben 18 giorni, ma equivale al primo dell'anno per l'Oblivion Bar, quindi buon anno a tutti i lettori (strano ma vero, sembra ci siano, lol). E con questa premessa, parto direttamente in quarta con l'ultimo capolavoro video-ludico da me giocato: Alien Isolation. Prodotto dalla Sega, è forse (e a detta di molti) il gioco definitivo di Alien, quello che tutti aspettavano e, sebbene abbia recuperato la saga nonché meno di un mese fa, devo dire proprio che tale tentativo di pompare il titolo ci sta tutto! Un gioco che a tutti gli effetti risulta canonico con la saga di Alien e che richiama alla perfezione le atmosfere e ambientazioni della prima pellicola di Ridley Scott. Trattasi un survival horror in prima persona, genere da me prediletto anche se non ne ho giocati a molti, l'ho provato su PlayStation 3 e, anche se me ne son pentito per motivi che spiegherò tra qualche riga, devo dire che è un gioco di tutto rispetto, il suo punto forte è la capacità di riuscire a comunicare delle emozioni. Ma andiamo per gradi.
Come al solito quando mi ritrovo a "recensire" videogiochi, non mi soffermo molto sulla parte tecnica sicché non sono un player esperto, ma più al parere soggettivo che riguarda la mia esperienza di gioco e la trama, soprattutto. Ed è proprio la storia che, a mio avviso, nonostante non presenti chissà quanti intrecci complicati presentandosi scorrevole e molto semplice, sia il cardine che trascina il giocatore passo passo durante quest'avventura. La protagonista altri non è che Amanda Ripley, figlia di quella Ellen Ripley interpretata da Sigourney Weaver, già introdotta a suo modo (nominandola) nel secondo capitolo della saga, che parte alla ricerca di sua madre ben 15 anni dopo la sua disavventura sulla Nostromo con lo xenomorpho, assieme al suo equipaggio (assemblato dalla solita Weyland-Yutani). La loro missione è venire in possesso della scatola nera della Nostromo, trovata dall'equipaggio della nave Anesidora, a sua volta attraccata sulla nave spaziale Sevastopol, una vera e propria cittadella il quale ospita dei coloni, luogo sulla quale si svolgerà gran parte dell'azione, sulla quale però è scattato un isolamento non previsto dovuto ad un guasto del sistema AI Apollo che, non soltanto interromperà le comunicazioni esterne, ma renderà inspiegabilmente gli androidi estremamente aggressivi. Impersonificando Amanda, quindi, la nostra missione sarà recuperare la scatola nera per scoprire che fine abbia fatto la madre di Ripley, affrontando androidi, coloni umani che tentano la sopravvivenza a causa dell'isolamento e, ovviamente, lo xenomorpho, l'Alien. Xenomorpho che, attenzione, non può essere ucciso ma solo allontanato o con il fuoco o semplicemente raggirandolo nascondendosi.
Con un solo Alien presente in tutto il gioco, quindi, l'atmosfera richiama già alla perfezione la pellicola diretta da Ridley Scott nel 1979, senza però dimenticarsi di avere quel tocco di originalità che deve contraddistinguere un'opera dal semplice richiamo all'identità vera e propria. Alien: Isolation, anzitutto non si presenta come un FPS ma più come un survival horror; le sequenze di shooting sono veramente ridotte, nemmeno molto elaborate, questo perché tenta di concentrarsi più sull'aspetto intellettivo e intuitivo del giocatore, trovando percorsi alternativi, studiando i movimenti dei nemici, alieni o umani o androidi che siano, per proseguire. La colonna sonora, poi, che si sposa perfettamente con i rumori di sottofondo e che aumenta di tensione in prossimità dell'Alien, aumentano il ritmo facendo restare il giocatore costantemente in tensione. Per buona parte del gioco, tra l'altro, dovremmo star attenti a non far troppo rumore, in quanto lo xenomorpho potrebbe venirne attratto e far la sua comparsa costringendoci a trovare il primo punto adatto a nasconderci! Insomma, ben studiato dal punto di vista di emozioni che, sempre a mio parere, sono gli aspetti fondamentali della buona riuscita di un gioco. Emozioni che sono trasmesse alla perfezione grazie al più che ottimo doppiaggio di Amanda, Gea Riva, regalando un ulteriore punto a favore dell'esperienza di gioco, in quanto proprio grazie alle sue doti di doppiaggio è stata capace realmente di farmi immedesimare nel personaggio e nelle emozioni che essa provava in alcune scene, dalla paura alla rabbia.
Tornando al gameplay, confesso che avevo un po' il terrore di ritrovarmi in un gioco abbastanza ripetitivo, di ritrovarmi ogni volta in scenari sempre simili in cui il tutto si sarebbe risolto in un semplice scappa e nasconditi, ma fortunatamente così non è stato. Prima di tutto, la dinamica dello stealth varia a seconda dei nemici da cui stiamo scappando (ho trovato più complicato fuggire da umani che androidi, per dire), poi più avanti si va nel gioco più il tutto cambia, costringendoci anche ad affrontare i nemici, per spezzare appunto quel ritmo che alla lunga potrebbe stancare. La storia, come già detto, trascina il tutto e lo fa alla perfezione. I colpi di scena ci sono, non molti, ma ci sono, così come i plot twist o i cambi improvvisi di scenario che ho particolarmente gradito.
Non graditi, invece, sono stati gli innumerevoli bug, più fastidiosi che altro. Come detto in partenza, mi son pentito di aver preso la versione per PS3, proprio per colpa di essi. Porte che non si aprono in fretta e restano bloccate (capitandomi una volta di troppo durante una fuga!), pavimenti che scompaiono e personaggi che restano immobili o appaiono e scompaiono all'improvviso. Inoltre, la versione PS3 presenta dei tempi di caricamento molto, anzi troppo lunghi. Una versione per PlayStation 4, ad ogni modo, sarà d'obbligo alla prossima che vedrò un prezzo vantaggioso, visto e considerato che mi ritroverei con un doppione per due console.
Ridley Edition
Ho insistito che avrei preso la Ridley Edition e così è stato.
Questa altri non è che una versione del gioco che comprende due DLC ambientati durante il primo film: Equipaggio sacrificabile dove è possibile prendere il controllo di tre personaggi della Nostromo per tentare di intrappolare "la bestia" e Ultima sopravvissuta dove, nei panni di Ellen Ripley, si ha l'obiettivo di innescare l'autodistruzione della Nostromo e scappare... ovviamente sempre sfuggendo dalla creatura! E che dire... nonostante il già elogiato doppiaggio (che comunque si estende soltanto a Gia Riva), consiglio di giocarci con il doppiaggio originale che è stato effettuato per l'occasione dal cast originale, Sigourney Weaver inclusa che ha delle parti anche durante la campagna principale attraverso alcuni messaggi audio. Le missioni altre non sono che un rifacimento del primo film che hanno lo scopo di accontentare i fan della saga e offrire a sua volta un'ulteriore esperienza di gioco ancora più spaventosa - perché sì, anche questi DLC riescono a discostarsi di molto dalla campagna principale, pur restando con le dinamiche di gioco invariate.
Curiosità e conclusioni
Sono rimasto così colpito da questo gioco che sono anche corso a guardarmi qualche curiosità riguardante lo sviluppo e sono rimasto colpito ancor di più quando ho notato quanta cura si siano presi per la realizzazione, dall'inserimento della colonna sonora originale ai particolari più piccoli e accessibili ad occhi più attenti, come l'inserimento di numerosi richiami ai lavori di Joseph Conrad come accaduto nel primo Alien alla scelta del cast. Il volto di Amanda Ripley, ad esempio, è stato preso dall'attrice Elizabeth Inglis vera madre di Sigourney Weaver e apparsa, tramite fotografia, già in Aliens - Scontro Finale mentre la voce di Waits è di William Hope già apparso sempre nel secondo capitolo. Insomma, aggiunto anche al fatto che la Fox ha anche dato accesso al team di sviluppo a materiale come pellicole, contenuti extra e vari concept originale del film di Ridley Scott, Alien: Isolation è a tutti gli effetti un videogioco che merita di essere chiamato capolavoro vista la cura ad esso dedicato. Per approfondimenti riguardo queste curiosità, consiglio la pagina dedicata su IMDb.
In definitiva, senza lasciare tanto spazio agli spoiler, sono convinto che ci sarà un sequel in quanto il finale lascia presagire questo e la Sega stessa lo ha confermato, ricredendosi guardando i risultati di vendita aumentati di netto nel 2015 dopo scarsi risultati nel 2014. Insomma, che ci siano speranze di avere una saga su console di Alien è nell'aria ma, in attesa di conferma e anche se nel caso così non fosse, rimango del parere che Alien: Isolation sia un'opera imperdibile. Non so bene se possa parlare di qualcosa di diverso in quanto non sono molto ferrato in argomento video-ludico, ma almeno per me così è stato.
Con una storia avvincente, dei ritmi veramente al limite della tachicardia, lo promuovo con un 9/10, ma solo perché quel punto è rubato dai bug. Sono convinto che, se su PS4 questi siano spariti con dei tempi di caricamento brevi, possa aspirare anche ad un 10/10. Soggettivamente parlando.